Dopo l’approvazione della Legge di Stabilità al Senato ecco la posizione del Coisp, coordinamento per l’indipendenza sindacale delle forze di polizia. Di seguito la nota integrale.
Legge di Stabilità, il Senato approva, il Coisp: “Puntuale pugnalata alle spalle proprio quando è stato lanciato il più onesto ed inquietanteallarme che riguarda il Comparto Sicurezza. Politica sempre più ipocrita!”
“Riceviamo l’ennesima, puntuale pugnalata alle spalle proprio nel momento in cui è stato lanciato il più coraggioso, sincero e responsabile allarme a proposito del Comparto Sicurezza che si possa ricordare. Proprio mentre la politica tenta di correre ai ripari dopo la disarmante analisi fatta dal Capo della Polizia, affannandosi a ‘far precisare’ che la colpa del disastro è di ‘quegli altri’ e non di ‘questi altri’, ma che anzi oggi si sta cercando di porre rimedio alle condizioni disastrose in cui operano gli Appartenenti al comparto, nei fatti poi ecco che si persevera pervicacemente a calpestare senza ritegno il principio di specificità che dovrebbe avere un peso preponderante in ogni decisione che ci coinvolge. Il Senato ha approvato
una Legge di Stabilità che pesa come una pietra tombale sulla speranza di riportare le nostre condizioni operative ed esistenziali nell’alveo della sopportabilità e della giustizia sociale, e per noi scontrarsi sistematicamente con questa ipocrisia è davvero intollerabile”.
Così Franco Maccari, Segretario Generale del Coisp, Sindacato Indipendente di Polizia a proposito dell’approvazione da parte del Senato dell’emendamento 1.900, interamente sostitutivo del disegno di legge di Stabilità (ddl n. 1120), sul quale il Governo ha posto la questione di fiducia e che ha ottenuto 171 voti favorevoli, 135 contrari e nessuna astensione – la manovra passa ora alla Camera per la seconda lettura -.
Un provvedimento contro cui il Coisp aveva già manifestato tutta la propria contrarietà laddove “alcuni contenuti – ha lamentato il Sindacato Indipendente – ancora una volta considerano gli Operatori di Polizia al pari degli altri pubblici impiegati, quando questi ultimi nel corso del loro lavoro rischiano al massimo di tagliarsi con un foglio di carta”.
“Nonostante tutte le proteste – aggiunge Maccari -, tutte le forti e allarmanti denunce, tutte le manifestazioni di un dissenso che non ha nulla a che fare con il banale corporativismo ma che piuttosto evidenziano le reali gravi difficoltà che attanagliano migliaia e migliaia di Operatori in divisa, ecco che la Politica risponde al solito… infischiandosene altamente”.
“Ma noi continueremo a batterci per ottenere alcuni importanti cambiamenti in questo sciagurato provvedimento, fra i quali i più rilevanti riguardano lo sblocco degli automatismi retributivi e lo sblocco del tetto salariare, la cui proroga ha determinato una ingiustificata e gravissima sperequazione tra il personale ed una forte riduzione dello stipendio; nonchè il cambiamento delle finalità di utilizzo del FUG – il Fondo Unico Giustizia in cui confluiscono soprattutto i proventi dei beni sequestrati alla criminalità, e che fino ad oggi è stato usato per pagare debiti della Pubblica Amministrazione – che dovrebbe essere destinato al fondo
perequativo del personale di polizia”.
“Abbiamo detto e ribadiamo con forza – conclude Maccari – la necessità di superare alcune distorsioni che incidono pesantemente sul trattamento economico degli Operatori del Comparto Sicurezza, e la fine di un comportamento indegno in base al quale si continua a fingere di tappare tutte le voragini che hanno inghiottito le speranze di ripresa del Paese tagliando e tagliando tutto ciò che spetta ai Poliziotti italiani ma su cui essi non possono più contare da tempo. Invece di rallegrarsi come hanno fatto, i nostri politici
dovrebbero vergognarsi e spiegare, loro sì col capo chino, agli italiani perché il livello di sicurezza sta calando e continuerà a calare, proprio come la resistenza dei colleghi che svolgono un lavoro per il quale non sono adeguatamente pagati, supportati, motivati, e che non gli consentirà neppure di trascorrere una vecchiaia dignitosa… almeno a quelli che avranno la fortuna di arrivarci”.