“Le politiche dell’Unione Europea sul cibo danneggiano il Made in Italy a tavola. La netta maggioranza degli italiani ritiene infatti che la regolamentazione comunitaria e le recenti scelte in materia di trattati internazionali non siano adeguate a garantire la qualità, la sicurezza ma anche il rispetto delle tradizioni enogastronomiche della penisola”. E’ il messaggio lanciato dal Forum Internazionale dell’Agricoltura e dell’Alimentazione, organizzato dalla Coldiretti a Villa d’Este a Cernobbio, dal quale ha partecipato anche una delegazione lucana, guidata dal presidente della confederazione agricola lucana, Antonio Pessolani, e dal direttore regionale, Aldo Mattia. “Sulla bocciatura delle politiche Ue sul cibo da parte degli italiani –evidenziano Pessolani e Mattia – pesano le allucinanti novità nel piatto, i vincoli che hanno messo a rischio cibi e ricette tipiche della tradizione nazionale senza dimenticare le alchimie negli ingredienti che hanno snaturato anche gli alimenti più comuni e le contraddizioni che impediscono la massima trasparenza nell’informazione ai consumatori e limitano addirittura la libertà di scelta di singoli cittadini o di interi Paesi. Basti pensare alla possibilità concessa dall’Ue di utilizzare grano tenero, al posto di quello duro, per produrre la pasta o all’autorizzazione ad utilizzare la polvere di latte per produrre formaggi, yogurt e latte alimentare, senza dimenticare il via libera all’aggiunta di zucchero per aumentare la gradazione del vino. Ma c’è anche la commercializzazione molto diffusa in alcuni Paesi dell’Unione Europea di kit fai da te che promettono il miracolo di ottenere in casa il meglio della produzione enogastronomica Made in Italy, dai vini ai formaggi”. Per Coldiretti Basilicata ad allontanare i cittadini dalle scelte Ue è anche la questione della trasparenza sull’origine dei prodotti. “Se l’Italia – ricordano Pessolani e Mattia – ha adottato norme a tutela della qualità dei prodotti agroalimentari nazionali nel resto dell’Unione Europea si sfrutta la deregulation per esportare prodotti di bassa qualità, a volte anche sfruttando con l’inganno l’immagine Made in Italy. Questo per l’atteggiamento incerto e contradditorio dell’Ue che – denunciano i due esponenti di Coldiretti Basilicata – obbliga ad indicare l’origine in etichetta per le uova, ma non per gli ovoprodotti, per la carne fresca, ma non per quella trasformata in salumi, per la frutta fresca, ma non per i succhi, per il miele, ma non per lo zucchero. A questo si aggiungono le perplessità sulla nuova stagione degli accordi commerciali bilaterali inaugurata con il Canada (Ceta) che per la prima volta nella storia l’Unione Europea ha legittimato in un trattato internazionale la pirateria alimentare a danno dei prodotti Made in Italy più prestigiosi”.
Ott 21