C’era anche una delegazione di Coldiretti Basilicata, guidata dal presidente Antonio Pessolani, e dal direttore regionale, Aldo Mattia, a Lecce insieme a migliaia di agricoltori, semplici cittadini e rappresentanti della società civile che hanno invaso il centro cittadino contro la gestione inconcludente dell’emergenza Xylella che ha devastato milioni di ulivi in Puglia e dal Salento sta avanzando inesorabile verso Nord. “Fermiamo la Xylella E’ #disastrocolposo”, “Burocrazia fa più danni della Xylella”, “Piu’ scienza e meno stregoni”, sono solo alcuni degli slogan apparsi su striscioni e cartelli della protesta per denunciare i ritardi e chiedere interventi decisi per espiantare, reimpiantare e far rinascere le aree colpite, dopo anni di annunci, promesse, rimpalli di responsabilità della burocrazia e decreti senza impegni concreti per la ricostituzione del patrimonio olivicolo distrutto, mentre gli agricoltori non sanno come comportarsi per realizzare nuovi impianti resistenti e tornare a lavorare e produrre. “Se non verrà fermata l’epidemia nei prossimi cinque anni – denuncia il presidente regionale, Antonio Pessolani – rischia di essere infettato l’intero mezzogiorno d’Italia, dalla Basilicata alla Calabria, dalla Campania al Molise . Dall’autunno 2013, data della prima segnalazione di anomali disseccamenti su un appezzamento di olivo a Gallipoli – sottolinea Pessolani – la malattia si estende senza che sia stata applicata una strategia efficace per fermare il contagio che dopo aver fatto seccare gli ulivi leccesi ha intaccato il patrimonio olivicolo di Brindisi e Taranto, arrivando pericolosamente a Monopoli, in provincia di Bari, con effetti disastrosi sull’ambiente, sull’ambiente, l’economia e sull’occupazione. Il conto dei danni causati dalla Xyella è salito secondo la Coldiretti a 1,2 miliardi di euro, per colpa di errori, incertezze e scaricabarile – aggiunge il direttore regionale Mattia – che hanno favorito l’avanzare del contagio mentre si assiste a giorni alterni a malcelati tentativi di mettere sullo stesso piano i fatti raccontati dai ricercatori, con complotti utili a bloccare le attività di contenimento e le farneticazioni su miracolose guarigioni mai dimostrate da parte di personaggi in continua ricerca di autore che vivono di bugie e falsità. Serve ora – conclude Mattia – un deciso cambio di passo con risorse adeguate per gli agricoltori colpiti dell’area infetta che vogliono soltanto avere la libertà di espiantare, reimpiantare e non morire di Xylella e burocrazia”.
Mar 09