Coldiretti: coltura del pomodoro in Basilicata, un’annata difficile. Di seguito la nota integrale.
Anche quest’anno, come da tradizione, a campagna del pomodoro avviata, il centro di raccolta di Palazzo San Gervasio rimane ancora chiuso. E’ quanto denuncia Coldiretti Basilicata. “La coltura del pomodoro nell’area nord della Basilicata, ed in particolare a Lavello e Palazzo San Gervasio, è fondamentale per l’economia dell’area, soprattutto dal lato occupazionale e, purtroppo, nessuno sembra tenerne conto – evidenzia Antonio Pessolani, presidente regionale della Coldiretti – tutti discutono della difficoltà a reperire manodopera agricola o dibattono sulla lotta al caporalato ma anche quest’anno il centro di accoglienza di Palazzo San Gervasio è ancora chiuso. Si parla del 23 agosto, come al solito a campagna avviata. Ma come e con quali modalità? Quest’anno gli agricoltori, i sindacati e le associazioni di categoria – continua Pessolani – non conoscono né il gestore e né quali procedure dovranno essere adottate. A cominciare da controlli in materia di Covid. E poi, chi gestirà il trasporto verso le aziende?”. Sono anni che gli agricoltori devono affrontare autonomamente le difficoltà a reperire manodopera agricola, per la totalità fatta di extracomunitari, soprattutto per i ritardi nell’apertura del centro di accoglienza (ex tabacchificio) di Palazzo San Gervasio, che in occasione dell’ultima riunione in Prefettura veniva stabilita per il primo di agosto. “Purtroppo quest’anno si corre il rischio di aggravare la situazione – aggiunge Franco Carbone, direttore provinciale della confederazione agricola – e ciò potrà provocare e/o favorire l’abbandono della coltura del pomodoro per la mancanza di manodopera fin dalla fase di trapianto, oramai prossima”. A ciò si aggiungono altri fattori di criticità, a cominciare dalla carenza di autotrasportatori, che sta condizionando i rapporti con l’industria di trasformazione, anche per alcuni atteggiamenti speculativi, per continuare poi con i problemi legati alla risorsa idrica ed in particolare alla non ottimale gestione di quella disponibile. Il risultato sono coltivazioni abbandonate o con perdite anche del 60%. “Dove è presente il pomodoro, la raccolta sta subendo gravi ritardi e infatti, i produttori, nelle more della raccolta – sottolinea Carbone – continuano a somministrare risorsa idrica per il mantenimento del prodotto. Un’ulteriore criticità potrebbe provenire dalla annunciata riduzione della portata al canale principale del comprensorio di Gaudiano di Lavello, che mette a rischio anche l’attività stessa dell’unica industria che opera sul territorio. Apprendiamo di una richiesta avanzata dall’amministratore unico del Consorzio, condivisa dal presidente della Giunta regionale, che tende a confermare la portata di 1200 litri al secondo fino al 31 agosto”. Per Coldiretti Basilicata, che ha avviato una verifica dei danni subiti dagli agricoltori, “purtroppo quest’anno, considerate le troppe criticità, si corre il rischio di aggravare la situazione e vanificare gli investimenti realizzati nel 2020 dalla Regione Basilicata e ciò potrà provocare e/o favorire l’abbandono della coltura del pomodoro. Una situazione – conclude Pessolani – che dovrebbe essere evitata celermente proprio per sostenere il territorio e agevolare le azioni contro il fenomeno del caporalato e contro le speculazioni del mercato. Occorrono azioni coerenti e tempestive delle Istituzioni e degli enti coinvolti e sinergiche con i vari protagonisti della filiera del pomodoro”.