La manovra appena approvata dal governo Monti mette a dura prova il settore primario. La crisi non può gravare sempre sui soliti noti.
I dati diffusi dall´Istat confermano che l´Italia è ufficialmente in recessione. L´agricoltura, con una riduzione del PIL nell´ultimo trimestre dello 0,9%, è il settore che ha fatto registrare il maggior calo di un valore aggiunto che ora non potrà reggere agli effetti della manovra. Il decreto “Salva Italia” infatti, solo con l´IMU, costerà alle imprese agricole nel 2012 un miliardo di euro in piu´ . La manovra , di fatto, avrà un impatto pesante su terreni agricoli e fabbricati rurali, dalle stalle ai fienili fino alle cascine e ai capannoni necessari per proteggere trattori e attrezzi, andando a tassare quelli che sono mezzi di produzione per le imprese agricole. Anche gli ultimi dati diffusi dalla Camera di Commercio non sono confortanti per la Basilicata. La perdita di aziende agricole fatta registrare nel 2011, farà scendere, se confermate le previsioni, sotto la soglia delle 20.000, le imprese attive sul territorio regionale. Un triste primato che il settore primario lucano non può permettersi, visto che il Made in Basilicata, garanzia di qualità e sicurezza alimentare apprezzato e richiesto in Italia e non solo, ha le carte in regola per fare da traino alla ripresa dell´economia regionale. È necessario, quindi, che anche le istituzioni regionali facciano la loro parte, snellendo le pratiche e accelerando i tempi di pagamento delle misure del Psr, agevolando e premiando le idee innovative e i giovani che vogliono investire in agricoltura e puntando, come si sta facendo, sull´appoggio e il sostegno di progetti integrati di filiera capaci di mettere in rete tutti gli attori dell´agroalimentare per creare, promuovere e rendere grande la filiera agricola tutta lucana firmata dagli agricoltori. La Regione può fare molto anche sul fronte dei costi, in particolare di quelli per la distribuzione dell´acqua per irrigazione chiarendo il ruolo dell´Ente irrigazione, Eipli, che senza un chiaro contratto di fornitura ha elevato fatture a carico dei produttori agricoli per un totale che supera i sette milioni di euro quale costo “industriale” dell´acqua.
“La manovra- ha affermato Piergiorgio Quarto, Presidente Coldiretti Basilicata- riserva forti iniquità al settore primario che devono essere corrette. Occorre, prima di tutto, differenziare la tassazione tra chi di agricoltura ci vive e chi la fa a tempo perso. E questo sia sul piano fiscale sia su quello delle politiche comunitarie come previsto nel documento condiviso da tutta la filiera agricola italiana e della Istituzioni regionali e nazionali. Il bene terra, se utilizzato come fattore della produzione in un´impresa agricola, deve avere un trattamento fiscale ben diverso da quello riservato a fondi agricoli speculativi o per fini hobbistici. Nessuno come noi agricoltori sa bene cosa siano i sacrifici e come il contributo al bene del Paese rappresenti un dovere per tutti. Non ci tiriamo indietro, ma misure di equità e per la crescita devono riguardare anche il nostro settore, e queste misure nella manovra non ci sono. Il Made in Italy è una leva competitiva formidabile, bisogna che la classe politica ci creda dando reddito ai veri agricoltori e non svendendo al miglior offerente i proventi del duro lavoro degli imprenditori agricoli, come la triste vicenda Sismet (Parmacotto e Lactitalia) sta dimostrando.”
Dic 23