In relazione al progetto per la realizzazione di un impianto solare termodinamico da parte della società Teknosolar Italia 2, nel Comune di Banzi, il Consiglio della Coldiretti Provinciale di Potenza ha espresso l’unanime forte preoccupazione per i danni che un impianto di siffatte dimensioni causerebbe in un’area a forte vocazione agricola, tanto da deliberare di inviare una lettera contenente osservazioni puntuali ai presidenti di Regione e Provincia di Potenza, ai sindaci dei comuni di Banzi, Palazzo San Gervasio, Genzano di Lucania ed Acerenza, nonché al Prefetto di Potenza.
Nella missiva si sottolineano le criticità dell’impianto, e non sono poche.
La realizzazione dell’impianto presuppone l’utilizzazione di ben 226,73 ha di terreno, sottratto pressoché irreversibilmente all’utilizzo agricolo, con enormi impatti sul territorio e con pregiudizio di immagine arrecato all’intera area, oggetto di investimenti da parte delle imprese agricole per il consolidamento delle connotazioni ambientali e naturalistiche, strettamente legate all’identificazione delle produzioni agroalimentari locali ed alle potenzialità di fruizione turistica. Per quanto riguarda la tecnologia impiegata (concentrazione solare), va rilevato che si tratta di un impianto di grandi dimensioni non in grado di generare indotti compensativi per le comunità rurali residenti, con possibili impatti diretti anche per i terreni limitrofi, a seguito del riscaldamento indotto e della manipolazione di materiali potenzialmente pericolosi.
Un aspetto ulteriore che desta una rilevante preoccupazione è quello relativo all’ingente necessità di acqua, necessaria ai processi impiantistici, che verrà inevitabilmente ed irreversibilmente sottratta dalla disponibilità complessiva dell’area e l’impiego di elevate quantità di materiali pericolosi che, oltre a determinare un aumento del rischio di incidenti rilevanti nell’area interessata, è destinato sicuramente a determinare un incremento notevole degli scarichi inquinanti in atmosfera, in fognatura e nella risorsa idrica. E’ anche di rilevante dimensione l’impatto previsto con riferimento al traffico generato dall’opera, pur solo con riferimento alle soli fasi di cantiere. Il progetto prevede, inoltre, che, in assenza di sufficiente irradiazione solare e per altre eventualità legate alla gestione dell’impianto, quest’ultimo debba essere alimentato con gas naturale. Tale fonte incide per il 15% rispetto al fabbisogno energetico totale dell’impianto e, se pure il limite sia il massimo consentito dalla legge ai fini del riconoscimento degli incentivi previsti per la fonte solare per l’intero quantitativo dell’energia prodotta, appare evidente la vanificazione di una consistente parte degli asseriti vantaggi ambientali legati alla produzione di energia rinnovabile.
“In tale contesto e in un momento in cui la tematica del consumo di suolo risulta tra le priorità da affrontare, anche in funzione della prevenzione dell’abbandono delle attività agricole e dei territori” ha affermato Giovanni Giannone, Presidente sezionale della Coldiretti di Palazzo San Gervasio, “sembra assurdo che le amministrazioni locali possano autorizzare un impianto che a fronte della previsione di un’occupazione, a regime, di 35 unità dirette e 10/15 indirette, determini la perdita di aree agricole su cui 149 aziende esercitano la propria attività. Sarebbe inoltre opportuno conoscere lo stato dell’iter procedurale ed autorizzativo al fine di informare correttamente le comunità interessate”.
Per il Presidente Provinciale della Coldiretti di Potenza Teodoro Palermo “In un momento di grave crisi, quale quella attuale, in cui è necessario agire per il rilancio dell’economia e della crescita occupazionale, non può trascurarsi l’importanza del settore agricolo e del Made in Italy e, in particolare, di quello agroalimentare, come straordinaria leva competitiva “ad alto valore aggiunto” per lo sviluppo del Paese e dell’economia locale. Tale ruolo va riconosciuto non soltanto con riferimento alla produzione agroalimentare, ma anche alla tutela ed alla valorizzazione del patrimonio culturale ed ambientale ed all’ingente numero di lavoratori occupati”.
Le recenti prese di posizione delle popolazioni del Vulture – Alto Bradano relativamente alla realizzazione del progetto di impianto della Teknosolar Italia 2 srl dimostrano ancora una volta plasticamente la distanza tra una politica di governo regionale, incline a tutelare gli interessi delle società private per l’accaparramento del territorio, senza valutarne gli impatti socio-economici ed ambientali e senza tener conto delle vocazioni di sviluppo delle aree interessate, e i lucani.
Questo è accaduto negli anni con l’acquiescenza ai desiderata delle compagnie petrolifere in Val d’Agri e questo accade oggi con sulla produzione di energia da fonte rinnovabile.
L’idea di sottrarre al nostro territorio agricolo, nel bel mezzo di un’area come l’Alto Bradano, preziosissimi ettari di terreno all’uso agricolo per destinarlo ad ospitare un campo a tecnologia solare termodinamica di potenza di 50 Mw, è un ennesimo esempio della programmazione cieca e autolesionistica messa in campo dal Governo Regionale in Basilicata.
Fratelli d’Italia Basilicata esprime la sua posizione fermamente contraria alla localizzazione in agro di Banzi dell’impianto Tecnosolar che sottrarrebbe oltre 200 ettari di prezioso terreno agricolo al suo uso per “occuparlo” con un mega impianto solare che potrebbe trovare la sua giusta collocazione in un’area già destinata ad usi industriali, aree che, in Basilicata, non mancano atteso il fallimento delle politiche di infrastrutturazione industriale della regione.
Il Programma per la Regione redatto da Fratelli d’Italia sposa la tesi che una sana programmazione regionale avrebbe potuto e dovuto evitare, l’occupazione di ulteriori terreni agricoli, tutelando le aree a vocazione ambientale e naturalistica.
Appare quanto mai necessario riequilibrare gli investimenti pubblici nelle fonti rinnovabili, incentivando quelle rispettose dell’ambiente e delle vocazione territoriali ed ambientali, incentivando le “reti corte” con l’uso del solare familiare ed aziendale utili a ripartire benefici ai cittadini evitando scelte meramente speculative.
Sempre con più evidenza le valutazioni in campo energetico condotte dal Governo regionale dimostrano la scelta cosciente e scellerata di agevolare solo le logiche di un mercato teso ai profitti per pochi senza portare benefici al territorio e ai cittadini.
E’ più che mai necessaria una revisione profonda del PIEAR, su queste scelte che si potrà misurare nel concreto la capacità reale di governo del nuovo Presidente della Regione.
Gianni Rosa, portavoce regionale Fdi e Giampiero D’Ecclesiis, responsabile programma Fdi