Paolo Colonna, responsabile Lega Coop Agroalimentare: Non solo la “mannaia” dazi. Di seguito la nota integrale.
Dopo la crisi idrica e la riduzione della Pac e i contributi per il biologico che non arrivano, la nuova mannaia dei dazi americani che sta per abbattersi avrà ripercussioni pesanti sull’agroalimentare. Tutto questo mentre in Basilicata, alla stessa stregua delle regioni meridionali, il tema dei cambiamenti climatici sta cambiando il volto dell’ agri-food nei nostri territori. Cambiano le produzioni nei numeri, i mercati rispondono alle loro regole. I produttori cambiano orizzonti e obiettivi, sono in una crisi profonda di identità legata ai territori e alle colture che per secoli hanno plasmato un territorio e realizzato una vocazione dai chiari risvolti economici e sociali. Sembra quasi facile cadere alle tentazioni di destinare i nostri terreni agricoli a qualcosa di diverso, cambiandone per sempre il loro volto e il nostro. Oggi mancano politiche concertate di visione di un sistema. Accertare e certificare lo stato di fatto, dare soluzioni che garantiscano immediate soluzioni che esulino da una dimensione di assistenza e proiettino il settore agricolo nella sua giusta vocazione quella di produrre con un valore aggiunto chiaro. Oggi si registra una cecità ed una illogicità nell’ affrontare la sfida del rilancio dell’Intero comparto agricolo, dal cerealicolo allo zootecnico, dal vitivinicolo all’ olivicolo. I numeri in rosso delle ultime annate agricole sono gli indicatori che non lasciano commenti ed alternative. Sono mesi che l’apparato è in uno stallo, dove l’unica emergenza sembra dare un ristoro ad una assistenzialismo che se pur risponde ad una logica di una risposta immediata chiede da qualche altra parte una presentazione ed un contrappeso tale da condizionare in maniera pesante le scelte del medio e lungo termine. L’emergenza senza strutturare un sistema porterà ad un collasso, mentre le istituzioni hanno un impegno solo ed unico, quello di tracciare un percorso ed individuare gli obiettivi e dare le condizioni affinché tutto si possa concretizzare in tempi ristretti. Nuovi Paesi si affacciano e ci sostituiscono nel nostro core agri food. Abbiamo un vantaggio quello delle esperienze consolidate, di una qualità indiscussa, di una riconoscibilità da parte mercati, di un territorio ancora per poco incontaminato da strategie globali. La strada da percorrere: condividere una visione di sistema da subito, facendo leva su una operosità che ci svincoli da politiche che ci portano su terreno diverso da una aggregazione dei comparti l’unico strumento oggi a disposizione capace di dare immediate soluzioni.