Ultimamente si parla molto di cashback, in una varietà di contesti tale da generare spesso confusione negli acquirenti. La maggior parte di questi, infatti, non ha ben chiaro il funzionamento di questo servizio aggiuntivo e conveniente, legato al possesso di una carta di credito: da qui, la necessità di fare un po’ di chiarezza e approfondire.
Un servizio extra per la carta di credito
Quando si fa riferimento al cashback, si vuole intendere una funzionalità aggiuntiva rispetto a quelle basilari di una normale carta di credito. Dunque, l’opzione cashback non riduce, ma aumenta, le possibilità di una carta, andando a completo vantaggio del suo titolare. Tuttavia, va tenuto presente che non tutte le carte di credito possono attivare questa opzione, ragion per cui è bene assicurarsi al momento dell’attivazione della presenza o meno della funzione cashback.
Soltanto questa funzione, infatti, se presente, permette di far tornare indietro – da qui il nome “cashback” – una parte della somma versata per effettuare un acquisto presso un rivenditore (a patto che questi sia partner dell’istituto di credito che ha emesso la carta). Per quanto sia interessante questa opportunità, nella maggior parte dei casi si deve raggiungere una soglia minima di cashback, necessaria all’attivazione dell’opzione: non ci si può dunque aspettare che parte del denaro torni indietro dopo un singolo acquisto di piccola entità, a meno che le regole della banca non prevedano diversamente.
Tra le carte che permettono all’acquirente di approfittare di questa interessante funzione, se ne possono citare alcune nello specifico: tra queste, la carta prepagata Hype vanta un gran numero di collaborazioni con negozi fisici o online presso cui sfruttare l’opzione cashback; molto versatili e diversificate sono le possibilità di cashback offerte dalla carta Enel X che, come si può vedere a questo link, offre un ritorno fino al 10% della spesa effettuata; infine, spicca l’offerta della carta n26, che permette anch’essa di riaccreditare sul proprio conto parte della somma investita in acquisti presso specifici esercenti.
Un’opzione importante per l’economia
La funzione cashback ha delle potenzialità che vanno molto al di là delle possibilità di ritorno indietro di parte del denaro speso: i protagonisti, in tal senso, non sono soltanto gli acquirenti, ma gli stessi venditori, specie quelli degli store fisici. In un periodo segnato dalla pandemia da covid-19, infatti, la possibilità di ottenere del cashback dagli acquisti nei negozi fisici permette di rilanciare questi ultimi dopo un forte momento di crisi, che ha comportato indubbiamente il dominio degli e-commerce.
Si tratta, dunque, di un’alleanza stretta tra gli istituti di credito e bancari che rilasciano carte di credito e i loro stessi partner nel mondo del commercio: si crea dunque una sinergia che, da una parte, aumenta gli introiti per chi emette la carta di credito e, dall’altra, va a vantaggio degli esercenti che – promossi dalle banche grazie alla possibilità di erogare indietro il cashback su carta di credito – attireranno una clientela maggiore. Di fatto, il cashback si basa su una restituzione: il venditore restituisce alla società di credito partner parte di quanto venduto a un cliente; la società emittente della carta di credito, a quel punto, può decidere se restituire a sua volta parte di questa quota al consumatore, in un meccanismo che tutto sommato, non per ultimo, va a vantaggio anche dello stesso acquirente; questi, a conti fatti, riduce le spese effettuate e permette al proprio conto di riprendere consistenza.
Sembra un gioco in cui vincono tutti (soprattutto adesso che è stata aperta anche la possibilità di ottenere cashback per acquisti online tramite prepagate rilasciate da rivenditori specifici), ma le variabili di vincita sono molte e quasi tutte dipendono dalle regole specifiche degli istituti bancari: alcuni concedono una percentuale su ogni acquisto, altri invece desiderano che il titolare della carta di credito raggiunga prima una determinata soglia; alcune società, inoltre, applicano particolari spese di commissione o, infine, tassi di interesse specifici – più o meno vantaggiosi – per i titolari di carta di credito cashback.