Per spiare un cellulare a distanza oggi sul web sono disponibili diverse app e persino nel Play Store e in iTunes. Alcuni sono gratuiti e altri costano tra i 14 e 27 euro al mese. Le applicazioni per controllare il telefono dei bambini da remoto proliferano dunque in questi tempi di Snapchat, WhatsApp, Instagram e Facebook. Tuttavia per spiare un cellulare a distanza occorre disporre di software professionali.
Fino a pochi anni fa, il codice penale prevedeva una “scusa assoluta” in base alla quale i genitori avevano il diritto di rivedere la documentazione dei propri figli. I giudici dei vari paesi europei oggi invece in tal senso hanno dato il via libera per l’uso di app spia, ma solo per queste particolari condizioni di parentela.
Per altre, vige invece il divieto di infrange la privacy. Premesso ciò, se anche tu hai dei problemi simili con i tuoi figli o con i dipendenti dell’azienda che gestisci, devi sapere che acquistando l’app mSpy ovvero una delle migliori presenti sul mercato per spiare un cellulare a distanza potrai ottimizzare il risultato in modo anonimo e senza il rischio di essere scoperto, fermo restando che dovrai comunque rispettare la legge che tutela la privacy.
Perché scegliere proprio l’app mSpy?
Il software mSpy appare nei risultati di ricerca su Google come “la migliore app per controllare dipendenti e figli tramite dispositivo mobile”. Tra le sue numerose funzionalità, offre la possibilità di catturare schermate da remoto e di vedere quali e-mail, chiamate e applicazioni e quale utilizzo vengono dati nel dispositivo mobile monitorato.
Inoltre l’app in oggetto include anche la funzione keylogger, ovvero uno strumento che cattura ogni macchina che registra il telefono e, di conseguenza, ogni cosa che scriviamo. Il pacchetto Basic costa 27 euro al mese e che aumenta in proporzione alla durata o alla tipologia scelta che è prevista anche nella versione Premium con tantissime funzionalità avanzate.
Questo tipo di applicazione rasenta la legalità e parte dal presupposto che l’utente è responsabile dell’uso. Infatti, è illegale fintanto che il soggetto monitorato ne sia a conoscenza dandone il consenso.