Pierluigi Diso, Coordinatore Comitato Zes Lucana 2017, in una nota invita il Governo ad accelerare l’iter di approvazione del piano di sviluppo strategico. Di seguito la nota integrale inviata alla nostra redazione.
Il sistema socio economico della Basilicata, ma della provincia di Matera e dell’area murgiana, naturale cerniera tra le due ZES (Adriatica e Jonica), sta attraversando una fase molto difficile in conseguenza sia della crisi economica generale ormai diventata anche sociale, che per il settore manifatturiero del “mobile imbottito” è ancora pienamente in atto, sia di alcune particolari criticità locali, tra le quali la Ferrosud e le imprese del settore chimico, localizzate in Valbasento. Da ormai troppo tempo si assiste agli effetti di un preoccupante processo di delocalizzazione della produzione made in Italy invece che dei siti produttivi. Tali fenomeni hanno messo a dura prova, in questi anni, ampi settori del tessuto imprenditoriale lucano. E’ di interesse strategico non solo statale ma anche comunitario tutelare questa area del Paese, anche attraverso l’istituzione di zone dotate di straordinarie agevolazioni fiscali e burocratico-amministrative che attraggano nuovi investitori esterni che siano comunque funzionali, al mantenimento ed al rafforzamento del nostro tessuto produttivo e commerciale del territorio.Occorre ripartire dalle politiche giovanili, dal degrado urbano e dallo spopolamento delle aree interne, ma elementi di ottimismo ci sono basta guardare alla vitalità imprenditoriale, la nuova società civile e la sua posizione strategica nel bacino del Mediterraneo. Affrontare il tema del rapporto tra un territorio, la sua economia, le infrastrutture e il sistema della mobilità, è alla base delle analisi per ipotizzare nuovi interventi a sostegno dell’economia di un territorio.Punti di forza che sono oggetto di specifiche iniziative del Governo vanno dagli investimenti in infrastrutture, ambiente e cultura predisposti nei Patti peril Sud al credito di imposta e alle altre misure di impulso agli investimenti produttivi, dall’autoimprenditorialità “Resto al Sud” alle Zone Economiche Speciali. Proprio le ZES permetteranno di realizzare quella “doppia convergenza” tra il Mezzogiorno e il resto del Paese e tra l’Italia e il centro dell’economia internazionale, modificando la geografia economica dei territori meridionali e dell’intera penisola. E’ giunto il momento di mettere a frutto tutte le potenzialità e farle diventare trainanti, ossia far sì che siano massa critica per far ripartire il Mezzogiorno. Ecco che la ZES è il primo e più importante disegno di politica industriale capace di attrarre investimenti al Sud. Il credito di imposta e il fondo investimenti per la crescita dimensionale delle imprese meridionali disposto dalla legge di Bilancio 2018 e le ZES stanno dando già i primi frutti: la Zes di Napoli è già cosa fatta come detto dal Ministro Di Maio quindici giorni fa, e testimonia che le capacità imprenditoriali presenti sono disposte ad impegnarsi nel Mezzogiorno. Le ZES devono attrarre i grandi player internazionali con investimenti di logistica e strutturali nei vari porti e retroporti meridionali, necessari come snodi dei nuovi flussi commerciali in giro per il Mediterraneo.Ecco che la Deliberazione della Giunta Regionale di Basilicata n. 605/2018 ed il Patto per la Basilicata del 2 maggio 2016 hanno importanza strategica per lo sviluppo imprenditoriale lucano, individuando i principali assi di intervento a sostegno dello sviluppo economico e produttivo lucano in riferimento ai principali cluster regionali.La Determina della Giunta Regionale N. 876/16 aveva fondato lo sviluppo imprenditoriale lucano su uno studio dell’Osservatorio Banche Imprese che aveva individuato due poli logistici di Ferrandina e Galdo di Lauria quali retroporti del porto di Taranto per un’area ZES allargata Taranto – Basilicata. Entrambi i territori dovevano trovare integrazione nel PON infrastrutture 2014/2020 che prevedevano la definizione dello sviluppo relativo all’ALI del sistema Puglia – Basilicata per la costruzione di una strategia comune e condivisa per la realizzazione di tutti gli investimenti connessi. Dalla lettura del Piano di Sviluppo Strategico della Basilicata non sembrano però del tutto rispettati i tre punti cardini dell’impianto normativo previsti dalla Legge n. 123/2017 e cioè competitività e innovazione, sostenibilità dello sviluppo, internazionalizzazione e attrazione. Manca ancora in Basilicata un sistema di logistica in grado di ridurre i costi di gestione, razionando i flussi e migliorando l’efficienza dell’intero processo di gestione e di spedizione del prodotto finito. Certo il triangolo Taranto-Melfi-Ferrandina è più logico che giungere sino al Galdo di Lauria, cheè più vicino al Tirreno che al porto di Taranto. Anche le superfici ZES sono state depauperate da quanto invece era stato previsto nell’Osservatorio Banche Imprese: Ferrandina ha oggi a disposizione 93 ettari incluso però i territori di Balvano e Tito, ove costruire il polo logistico di Ferrandina e colmare i deficit strutturali per i collegamenti con l’HUB di Taranto, anche se non è ancora stato reso pubblico nemmeno il progetto del centro intermodale di Ferrandina. Proprio tale intermodalitàsarà necessaria per la ZES Taranto-Basilicata, posto che Taranto ha già il centro intermodale di Francavilla, quello più piccolo di Grottaglie e un’area a Taranto per l’agroalimentare.Ad oggi solo i tre sindacalisti Coppola (Uil), Nicoletti (Cgil) e Amatulli (Cisl) hanno chiesto lumi di ciò alla Regione Basilicata. Sono molti gli interrogativi che sindaci e associazioni pongono al Comitato ZES LUCANA, invece che all’assessore competente, ma non è il momento di perdersi d’animo perché la ZES sta nascendo e occorre pensare subito al completamento del sistema infrastrutturale, prima che sia troppo tardi ed anche questo fattore di attrazione venga meno.Il Comitato in un anno di feconda attività di studio e confronto con professionisti della materia e consulenti ministeriali, voleva solo accompagnare e orientare la Regione Basilicata nel percorso di stesura di un Progetto di Sviluppo Strategico, finalmente ora depositato sul tavolo del Governo centrale. Ecco perché il Comitato promotore si trasformerà presto in associazione permanente e continuerà ad essere osservatore attento delle politiche industriali e di sviluppo strategico che saranno adottate dalla governance interregionale sulla ZES e seguirà le attività del “tavolo strategico regionale”. Forte dell’interlocuzione con CONFIMEA MED e con la FEMOZA, che a Matera un anno fa aveva indicato le linee da seguire per l’individuazione di un’area ZES, continuerà a monitorare le richieste dei grandi players internazionali che vorranno partecipare ai futuri bandi e di quelli che hanno già mostrato il loro interesse al retroporto lucano, come ha recentemente dichiarato in Fiera del Levante l’assessore Cifarelli. La mission del Comitato era e resta quella di favorire nel migliore dei modi la realizzazione di una ZES in Basilicata e dispiace per i comuni esclusi, ma dalla lettura del Piano di Sviluppo Strategico si evince che tra il 14 e il 18 maggio scorso sono stati ascoltati i sindaci e le parti sociali, imprenditoriali e sindacali, i corpi intermedi e che la task force regionale ha acquisito anche le osservazioni pervenute dal Ministero per la Coesione Territoriale e il Mezzogiorno, tutte condivise.Adesso non resta che attendere l’analisi positiva del Ministro Barbara Lezzi,sperando che il Piano non esiga ancora integrazioni o modifiche, ma sia trasmesso presto al Governo nazionale, nell’interesse del nostro territorio, avendo già provveduto in tal senso per la Campania e la Calabria.Il Comitato, per quanto di sua competenza, è disposto a continuare con il Ministro Lezzi i dialogo intrapreso con il suo predecessore, così come lo starà già facendo la Regione Basilicata, al fine di garantire che siano messe in atto strategie di sviluppo del tessuto imprenditoriale coinvolto nella zona economica speciale.
Nella foto in basso il materano Pierluigi Diso con il presidente e il segretario del Porto di Taranto, Sergio Prete e Fulvio Di Blasio.