Il Primo Maggio è da sempre Il Concertone di Roma, l’appuntamento per la musica che i giovani amano. Ma chi tutela gli operatori dello spettacolo, i musicisti, i cantanti, i tecnici (precari) di audio e luci, di palcoscenico, gente che andrà in pensione, se va bene, con 4-500 euro al mese?
E’ l’interrogativo di Mario Bellitti, operatore di spettacolo e dirigente dell’Asmea (Associazione Spettacolo Management Artisti) che rilancia, in occasione della Festa del Lavoro, la questione del riconoscimento professionale della categoria e con esso di maggiori garanzie per i lavoratori degli eventi come Il Concertone del Primo Maggio perché – evidenzia – lavorano tutto l’anno e non solo nella Festa dei Lavoratori.
E’ sempre più sentita – sottolinea il “patron” del Festival di Potenza – l’esigenza di tutelare i lavoratori del settore dello spettacolo ed in particolare della musica leggera o da ballo e intrattenimento. Si tratta spesso di lavoratori che operano in maniera volutamente saltuaria o, meglio, intermittente, cambiando, anche quotidianamente, luoghi e datori di lavoro. Essi hanno la vitale necessità di servirsi di persone di fiducia che ne organizzino il lavoro, procurando i contratti , curando il calendario degli ingaggi, scegliendo i locali adatti al repertorio e al genere degli artisti tutelati etc. Un lavoro che gli artisti e i musicisti non possono fare direttamente per motivi ovvi. L’Agenzia Teatrale o di Spettacolo è un’attività che all’estero è riconosciuta e regolamentata e che invece in Italia è mal tollerata e spesso semi-clandestina. Gli artisti, per svolgere la loro professione con tranquillità, con programmi di lavoro che si proiettino nel futuro con almeno un anno o due di contratti serali, hanno bisogno di un agente, serio, competente, di provata professionalità ( che non collochi un gruppo rock in un locale di ballo liscio o viceversa). Data la delicatezza dell’attività occorre anche una chiara regolamentazione del collocamento degli artisti e musicisti, evitando l’attuale confusione e assicurando agli stessi adeguata tutela, sul piano previdenziale e fiscale, facendoli rappresentare da agenti autorizzati che abbiano ricevuto una regolare licenza e non da semi agenti clandestini che possono danneggiare l’intera categoria. L’attività di agente non può quindi che essere ufficialmente consentita soltanto a persone di provata serietà, competenza e professionalità. Non a caso da anni – continua – stiamo lavorando ad una proposta di legge che mira alla definizione di una di figura dell’agente di spettacolo senza incidere sul piano generale sul divieto dell’intermediazione nei rapporti di lavoro nè su altri divieti imposti dalla vigente legislazione. L’istituzione della Fondazione Basilicata Music Commission – continua Bellitti – fa compiere all’istituzione regionale e alla politica uno storico salto di qualità perché, per la prima volta, si considera la musica e lo spettacolo dal vivo come elementi del mondo produttivo non solo culturale e non più da “assistere” con qualche contributo estemporaneo. E’ sicuramente innovativo il coinvolgimento di tutte le componenti artistiche, professionali ed imprenditoriali sinora – aggiunge – tenute ai margini. Un approccio talmente innovativo che supera persino quello dell’Osservatorio Regionale dello Spettacolo istituito nel 2014 purtroppo solo sulla carta nel senso che non è stato mai insediato. Con Basilicata Music Commission invece si definisce un contenitore, ovviamente tutto ancora da riempire di idee e progetti, che va nella direzione che da sempre come operatori dello spettacolo abbiamo indicato attraverso Laboratori permanenti e non scuole di musica, attività di formazione per figure professionali e tecniche richieste dal mercato dello spettacolo. E per avere solo un’idea, qualche cifra approssimativa per la Basilicata viene dall’Osservatorio Asmea: per gli spettacoli estivi di musica dal vivo 2013 in Basilicata si parla tra le 40 e le 50mila presenze, con un indotto calcolabile tra gli 800mila-un milione di euro, un numero di spettacoli (da giugno a metà agosto) quantificabile in 120-160, almeno un centinaio di giovani artisti lucani impegnati (secondo i certificati di agibilità Siae-ex Enpals) oltre a qualche decina di tecnici di palco, luci-suoni, sempre lucani. Sono numeri importanti utili a monitorare un settore che spesso viene considerato di “puro divertimento” e che invece ha un’influenza diretta o indotta sull’economia locale.