“Il Ddl di delega sul riordino delle concessioni demaniali a uso turistico ricreativo approvato dal Governo consentirà alla Regione Basilicata di recuperare disattenzioni e tempo perduto per definire gli adempimenti attesi dalle associazioni di categoria e dalle oltre 30mila imprese del settore, tra cui quelle del Metapontino fondamentali per turismo ed economia locale, ma allo stesso tempo obbligate per consentire all’Italia di rispettare la sentenza del 14 luglio scorso con cui la Corte di giustizia europea ha bocciato i rinnovi automatici delle concessioni perché in contrasto con la direttiva servizi (la direttiva Bolkestein)”. Lo afferma il vice presidente del Consiglio Regionale Paolo Castelluccio (Fi) sottolineando che la Regione adesso ha compiti importanti da assolvere tra cui la definizione della durata delle future concessioni, quante concessioni potranno essere assegnate a un solo operatore sempre nel rispetto della «pluralità e differenziazione dell’offerta» nel territorio di riferimento, le procedure per la decadenza delle concessioni e gli eventuali subentri in caso di vendita o di affitto delle aziende, la revisione dei canoni concessori. I nodi da sciogliere – aggiunge – sono il riconoscimento del valore commerciale e degli investimenti già realizzati in caso di uscita dell’attuale concessionario, la revisione dei canoni demaniali sulla base di valori tabellari e non di quelli Omi (Osservatorio del mercato immobiliare), procedure di gara improntate su imparzialità e trasparenza, così come la previsione di un «adeguato» periodo transitorio prima dell’introduzione delle nuove regole.
“Bolkestein o non Bolkestein – aggiunge – la disciplina delle concessioni balneari ha bisogno da tempo di una nuova legge che superi il codice della navigazione del 1942, e le migliaia di imprenditori del settore non possono più lavorare senza conoscere il proprio futuro specie se devono investire con soldi propri nell’ammodernare gli stabilimenti balneari”.
Castelluccio, inoltre, raccogliendo segnalazioni di titolari di stabilimenti balneari della costa metapontina, sostiene “la necessità di una verifica, prima possibile per non compromettere la stagione estiva, sulle modalità di completamento del progetto relativo alle barriere soffolte per mitigare il fenomeno dell’erosione costiera, utile nel metapontino per quanto accaduto negli ultimi anni”.
“L’erosione costiera nel nostro Paese – conclude – ha divorato oltre 24 milioni di metri quadri di spiaggia dal 1980 a oggi. Ogni metro quadro/anno di spiaggia produce circa 35/40 euro di sole attività di spiaggia e un pil complessivo annuo per metro quadro pari a 1200 euro. Considerando i 24 milioni di metri quadri scomparsi in questi anni si può tranquillamente affermare che l’Italia ha bruciato ogni anno più di 28 miliardi di pil derivanti dal turismo connesso con il mare e nel conto non sono considerati i dati relativi ai danni a strutture e infrastrutture, comprese ferrovie, strade, scogliere, ecc.”.