Concorsi Regione Basilicata, Uiltucs Uil e Filcams Cgil: dimenticanza o volontà di differenziare? Di seguito la nota integrale.
Nell’autunno del 2020, quando la Regione bandì il concorso riservato ai lavoratori in possesso dei requisiti previsti dalla cosiddetta “Legge Madia”, chiedemmo che si avviasse, finalmente, in Basilicata, la stagione dei concorsi. Sembra che quel momento sia arrivato, circostanza che, ovviamente accogliamo con favore.
Nell’esprimere il nostro apprezzamento nei confronti dell’Amministrazione regionale per la volontà di bandire le procedure concorsuali, non possiamo di certo esimerci dal fare alcune riflessioni su quello a cui stiamo assistendo, non senza nascondere una certa sorpresa rispetto a quanto letto nell’ultimo periodo.
Il Presidente Bardi, in seguito alla chiusura delle procedure di stabilizzazione degli ormai famosi 112 ex co.co.co. della Regione, parlò della “chiusura della stagione del precariato in Regione Basilicata”. È del tutto evidente che il Presidente non è l’unico a ritenere conclusa la stagione dei precari, circostanza, tuttavia, non corrispondente a verità.
Chiediamo, che differenza ci sia tra un lavoratore che da 10, 12, 13 e anche più anni svolge attività di Assistenza Tecnica ai Fondi Europei contrattualizzato con una società esterna e un ex co.co.co. della Regione impiegato con le stesse mansioni del lavoratore di cui sopra e per lo stesso periodo di tempo? La differenza è che il primo, ovviamente, non poteva partecipare alla procedura di stabilizzazione ai sensi della “Madia”, il secondo oggi è un funzionario della Regione.
Dunque, apparentemente, la differenza sembrerebbe essere solo la natura contrattuale, in realtà non è la sola.
L’altra differenza è che dei primi, i lavoratori assunti da società esterne, pare non si ricordi nessuno.
Non se ne ricorda il Presidente Bardi, non se ne ricordano coloro che, anche per ruolo istituzionale, dovrebbero farlo.
Per questi lavoratori non vengono fatte forzature normative, come nel caso dell’applicazione della Legge Madia, che, al netto dell’originale interpretazione tutta in salsa lucana, ha dato luogo ad una stabilizzazione fatta nottetempo con il fiato sul collo della Corte dei Conti, con esiti discutibili, per non dire nefasti, per l’Amministrazione e gli stessi lavoratori stabilizzati.
Oggi quei lavoratori assunti da società esterne (circa 60) continuano a garantire il servizio di assistenza tecnica, ma a quanto pare gli anni di lavoro maturati all’interno dell’Amministrazione non saranno valutati nell’ambito della procedura concorsuale appena bandita dalla Regione.
Noi di questi lavoratori ci siamo sempre occupati e continuiamo ad occuparci.
Proprio per questo motivo cogliamo l’occasione data dal comunicato delle sigle della Funzione Pubblica di CGIL, CISL e UIL di ieri mattina, che, in riferimento al concorso bandito da Arlab, attenendosi a quanto previsto dall’articolo 14 della legge 9 del 2016 (quella istitutiva della stessa agenzia), chiedono che sia prevista espressamente nelle procedure di assunzione la valorizzazione dell’esperienza professionale maturata dal personale non di ruolo che ha operato presso le agenzie di formazione in house alle province di Potenza e Matera e a supporto dei Centri per l’impiego.
Siamo consapevoli che per una procedura pubblica che riguardi l’Ente Regione non ci sia nessun obbligo normativo in tal senso, riteniamo, tuttavia, giustissimo questo principio, cha sarebbe opportuno possa valere per tutti i lavoratori, dunque anche per i concorsi banditi dalla Regione Basilicata, per le esperienze maturate da chi lavora belle società esterne a servizio dell’Amministrazione e all’interno dell’Amministrazione.
Questa non rappresenterebbe una forzatura, ma un atto di giustizia ed equità di trattamento, anche rispetto a quanto successo in passato.
I bandi di concorso sono stati pubblicati, ma forse non è ancora troppo tardi per porre rimedio a questa “dimenticanza”. Facciamo appello a tutti i soggetti a vario titolo attori di questa vicenda, in primis il Presidente Bardi, affinché ascolti le istanze anche di questi lavoratori, per poter, insieme, porre davvero fine alla stagione del precariato in Regione Basilicata.