Secondo l’ABI, l’Associazione Bancaria Italiana, le banche ricominciano a prestare denaro e i tassi di interesse sui prestiti sono in discesa. Secondo Confapi Matera, tuttavia, questa situazione è vera soltanto per il Nord e non per il Sud del Paese, Basilicata compresa.
Quello del credito bancario infatti, insieme alla pressione fiscale, alle infrastrutture, alla burocrazia e ad altri aspetti, è uno dei gap che separa il Mezzogiorno dal resto d’Italia.
In un territorio come la Basilicata, fortemente penalizzato dalla carenza di infrastrutture, le imprese pagano il denaro tre volte di più che al Nord, così come pagano il carburante più caro, con il risultato di essere penalizzate nel confronto concorrenziale con le aziende di altri territori.
Le banche tirano il freno nonostante l’iniezione di liquidità da parte della BCE e la contrazione del credito non è più limitata alla imprese giudicate rischiose, ma ha riguardato anche le aziende sane. Per chi riesce ad ottenere credito, al costo elevato del denaro preso in prestito bisogna aggiungere il costo della garanzia del consorzio fidi, spesso necessario e superiore alla media europea, e il costo della commissione chiesta sulla disponibilità del fido.
Le imprese più sane lamentano non tanto le condizioni per concedere il credito, quanto piuttosto le modalità; infatti se oltre al rimborso di capitale più interessi si devono offrire altre garanzie e fideiussioni sul patrimonio personale, molti rinunciano.
Confapi Matera evidenzia che la Basilicata ha bisogno di crescere più di altri territori perché si trova in una condizione di maggiore arretratezza. Per questo motivo, se già scontiamo una grave carenza infrastrutturale, non possiamo aggiungere anche un costo del denaro eccessivo e modalità restrittive di concessione.