Confapi Matera in una nota esprime alcune valutazioni sulla relazione di Bankitalia sull’economia regionale 2015: “Quadro troppo edulcorato, la realtà purtroppo è diversa”. Di seguito la nota integrale.
Un mese fa commentavamo il rapporto sull’economia 2015 redatto da Unioncamere, che evidenziava una situazione socio-economica molto difficile della Basilicata e una condizione di arretramento rispetto al resto d’Italia difficilmente colmabile, confermando quanto ripetuto a più riprese da Confapi Matera.
Oggi la relazione della Banca d’Italia racconta di una ripresa, sia pur lieve, di esportazioni più che raddoppiate, di occupazione aumentata più che in Italia e nel Mezzogiorno – addirittura tornata ai livelli pre-crisi – e di contrazione del credito arrestata.
Un quadro che – secondo Confapi Matera – è eccessivamente edulcorato rispetto alla realtà di una regione che, nonostante indubbie potenzialità (ricchezza di risorse naturali, ambiente ancora sano, ridotta criminalità, popolazione limitata, scarsa conflittualità sindacale e sociale), stenta a imboccare la strada della ripresa e, più in generale, a ritrovare una sua dimensione di sviluppo e quel clima di fiducia che davvero giova ai fatturati delle imprese e all’occupazione, soprattutto quella giovanile.
Secondo Confapi Matera manca ancora un indirizzo politico-strategico ben definito, una lungimiranza di chi detiene le leve del potere e i cordoni della borsa, visto che dopo due anni e una montagna di milioni di euro a disposizione la programmazione 2014-2016 non è ancora partita.
“Siamo costretti nel letto di Procuste – dichiara il presidente Enzo Acito -, ristretti tra le ricchezze di un ambiente incontaminato e quelle delle risorse petrolifere e incapaci di sfruttare adeguatamente sia le une che le altre”.
La relazione di Bankitalia riconosce che il settore delle costruzioni è ancora in grande sofferenza, ma non è l’unico purtroppo, e che il credito bancario alle imprese dell’edilizia è diminuito e la sua qualità è peggiorata. La relazione narra di occupazione tornata ai livelli del 2008, ma l’aumento dell’occupazione dipendente è effimero perché legato alle agevolazioni contributive transitorie. In realtà la disoccupazione giovanile è elevatissima e la fuga dei giovani non s’arresta, come dimostra il crollo delle immatricolazioni universitarie, a testimonianza della crisi dei piccoli atenei del Sud.
Si parla di exploit delle esportazioni, ma i numeri dell’export sono “drogati” dal settore auto e le pmi sono alla ricerca spasmodica di sostegno all’internazionalizzazione. E qui purtroppo dobbiamo denunciare la mancanza di attenzione verso le istanze delle imprese di minori dimensioni che chiedono aiuti per la partecipazione alle fiere internazionali, che esse considerano il principale strumento di internazionalizzazione e i cui costi da sole non riescono a sostenere. La domanda interna – il vero indicatore della ripresa – è ancora debole, ma in mancanza l’internazionalizzazione è una leva sicura su cui puntare.
Per il presidente di Confapi Matera esistono altre risorse su cui la Basilicata potrebbe puntare, asset di cui nessuno parla ma dalle grandi potenzialità, come la ristrutturazione e il recupero del patrimonio edilizio esistente o la lotta al dissesto idrogeologico.