Tra le otto Regioni che registrano perdite d’esercizio di società partecipate superiori agli utili netti ben cinque sono al Sud (Sicilia, Molise, Abruzzo, Campania, Calabria) mentre le altre, come la Basilicata, non vanno oltre ad un utile netto molto ridotto rispetto alla spesa consolidata. E’ quanto rileva una nota di Confartigianato Basilicata. Per il presidente regionale Antonio Miele negli ultimi anni i prezzi dei servizi pubblici locali hanno messo sotto pressione i bilanci familiari: tra novembre 2010 e novembre 2015 – si tratta dei cinque anni in cui viene introdotto e progressivamente applicato il federalismo fiscale – l’aumento dei prezzi dei Servizi a regolamentazione locale è stato del 20,3%, pari a 13,5 punti percentuali in più rispetto al 6,8% registrato per l’indice generale dei prezzi al consumo; anche la dinamica dei Servizi a regolamentazione nazionale è più contenuta e pari al +7,3%. In parallelo si osserva che in cinque anni (tra I-III trim. 2015 e I-III trim. 2010) il potere di acquisto delle famiglie consumatrici si è ridotto del 5,6% e nello stesso arco di tempo il Pil pro capite è sceso dello 5,3%.
L’elaborazione del Centro Studi Confartigianato dei dati raccolti dalla Corte dei Conti – relativa a 4.935 organismi partecipati da enti territoriali – evidenzia che solo una partecipata su tre (1.763 pari al 35,7% del totale) opera nei servizi pubblici locali pur rappresentando il 71,4% del valore della produzione, mentre due su tre (3.172, pari al 64,3%, per il 28,6% del valore della produzione) svolgono attività diverse definite come “strumentali”.
Le partecipate pubbliche operano frequentemente al riparo dai meccanismi concorrenziali, con una prevalenza diaffidamenti senza gare (il 98,3% del totale dei rapporti tra enti e organismi), che risultano dalla somma degli affidamenti diretti in house a capitale pubblico totalitario (il 12,3% del totale), dagli affidamenti diretti a società miste in base a normativa antecedente (27,3%) e da altre fattispecie non riferibili a forme di affidamento con gara (58,7%). All’opposto i servizi affidati con gara rappresentano solo l’1,7% del totale, di cui l’1,4% sono affidati con gara a doppio oggetto a società mista e lo 0,3% con gara a impresa terza.
Per le partecipate pubbliche si osserva un saldo medio utili-perdite in rapporto al valore della produzione del 3,5%, la performance peggiora per le partecipate pubbliche al 100% in cui il rapporto si riduce al 2,0% del valore della produzione. Inoltre negli organismi a totale partecipazione pubblica si riscontra una incidenza del costo del personale, pari al 28,3% del costo della produzione, oltre sei punti superiore alla media del 21,8% per il totale dei soggetti partecipati.
Le erogazioni degli enti proprietari alle partecipate sono in media del 14,4% del valore della produzione, ma tale incidenza raddoppia (30,1%) negli organismi a totale partecipazione pubblica, che sottende una inferiore quota di fatturato prodotta da commesse provenienti dal mercato, trattandosi di soggetti che “vivono” maggiormente delle risorse del pubblico; in particolare il 9,0% degli organismi con un unico socio pubblico evidenzia erogazioni superiori al valore della produzione.
Nel 2013 la spesa consolidata delle imprese pubbliche locali è pari al 4,1% del Pil e in dieci anni l’intermediazione delle imprese pubbliche locali è aumentata di 1,2 punti di Pil mentre nel contempo la spesa delle Amministrazioni locali è scesa di 0,6 punti di Pil.
In Basilicata – conclude il presidente Miele – è necessario accelerare il processo di riordino delle partecipate che si traduca in risparmio per imprese e cittadini e snellimento di procedure, in efficienza ed efficacia nell’erogazione di servizi.
Gen 13