Se il “food made in Italy” piace all’estero il merito è soprattutto delle piccole imprese: dei 445.665 addetti del settore alimentare e bevande, infatti, il 61,3% (pari a 273.263) lavora in piccole imprese e il 35% (156.095) opera in imprese artigiane. La maggiore vocazione artigiana del settore food si registra in Liguria dove il 67,7% degli addetti del comparto alimentari e bevande lavora in imprese artigiane, seguita da Basilicata (56,2%), Sicilia (55,6%) e Marche (54,6%), Sardegna (54,4%) e Molise (50%). Lo rileva un rapporto di Confartigianato.
“La straordinaria stagione estiva che sta vivendo Matera Capitale Europea della Cultura 2019 – commenta Rosa Gentile, presidente Confartigianato Matera – è sostenuta dal lavoro di tanti artigiani intorno al “brand Matera” una sorta di “total quality”, il piacere del mangiar bene e del dormire bene, di un turismo emozionale, con eventi, cultura, bellezze architettoniche e un buon tessuto di artigianato, commercio, ristorazione e ricettività, da estendere sull’intero territorio regionale. Di questa esperienza – aggiunge – parleremo nella Convention per il Sud che Confartigianato ha promosso a Matera per ottobre. Abbiamo sempre pensato a Matera come ad un laboratorio per le piccole imprese del Sud Italia. E’ proprio questa la strada tracciata da Confartigianato per accompagnare il Sud Italia verso un rinascimento economico: cultura, turismo ed innovazione. In particolare, alimentazione e turismo made in Sud hanno messo in moto la crescita di piccole aziende, tenuto conto che il Mezzogiorno è un ‘giacimento’ di specialità alimentari di qualità: appartengono infatti alle regioni meridionali 106 prodotti agroalimentari DOP e IGP, pari al 40,9% del totale nazionale di questa tipologia di produzioni”.
Secondo lo studio Confartigianato i cibo made in Italy conquista un nuovo record sui mercati internazionali: nei primi sei mesi dell’anno il nostro export di alimenti e bevande è cresciuto del 6,9%, a fronte del +2,5% del totale dell’export manifatturiero, portando a 35,3 miliardi (pari al 2% del Pil) il valore , su base annua, delle nostre vendite di food all’estero.
Al buon andamento del nostro export si associa latenuta della produzione di alimentare e bevande: sempre nel primo semestre 2019 mostra una crescita del 2,5%, in controtendenza rispetto al calo dell’1,2% della produzione del totale delle imprese manifatturiere.
Per Confartigianato è proprio il trend dell’occupazione un altro record del food made in Italy: negli ultimi cinque anni è cresciuta del 12,9%, un ritmo più che doppio rispetto al +5,1% della media UE.
Una tendenza che si conferma nel trimestre agosto-ottobre 2019 con le imprese del settore che prevedono l’assunzione di 34.650 lavoratori. Di questi 11.780 sono operai e artigiani specializzati nelle lavorazioni alimentari, di cui però le imprese segnalano una difficoltà di reperimento del 51,1%, di gran lunga superiore al 29,7% della media indicata dal totale delle imprese.