Il credito non rappresenta per le imprese un problema solo nel momento in cui non è concesso o l’ammontare non è sufficiente a coprire le necessità dell’azienda. Anche il costo del finanziamento può diventare uno scoglio di non poco conto. Da un’indagine congiunturale realizzata a metà 2015 dall’Ufficio Studi di Confartigianato-Imprese emerge che almeno un terzo degli artigiani lamenta come fattore critico per la competitività aziendale l’incremento delle commissioni e dei costi bancari. Per il presidente di Confartigianato Basilicata Antonio Miele “è una tendenza che inficia la tendenza positiva confermata dal nostro Ufficio Studi secondo cui al primo semestre 2015 il credito alle imprese con meno di 20 addetti al Sud è in flessione del 4,5% rispetto alla flessione del 4,9% del Centro Nord. La politica monetaria espansiva sta riducendo i tassi di interesse ma
nel Mezzogiorno dove sono mediamente più elevati di 236 punti base rispetto al centro Nord la discesa – dice Miele – appare più vischiosa: il tasso di interesse passivo a marzo 2015 scende di 74 punti base nel Mezzogiorno con un calo di 97 punti base del Centro Nord”.
Ma la garanzia non è la sola spesa che l’azienda deve sostenere. Dobbiamo considerare anche il costo-opportunità legato al tempo che l’imprenditore o un suo dipendente devono impiegare per gli adempimenti, vale a dire compilazione della modulistica, raccolta della documentazione a corredo della pratica, incontri con l’intermediario bancario. Per un artigiano che deve solamente ‘coprire’ i ritardi nei pagamenti da parte dei clienti o sostituire un macchinario, tali ‘esborsi’ (il tempo è denaro) possono non essere molto rilevanti. Ci si può affidare a un’associazione di categoria e, in questi casi, possono essere sufficienti 2 ore di incontro con l’operatore in associazione. Diversa la situazione di chi ha in mente operazioni più complesse. Se viene richiesto un piano di dettaglio sull’investimento (che poi, però, potrà essere riutilizzato per l’accesso ad altri strumenti di incentivazione o di finanziamento), la quantità di tempo necessario per metterlo a punto ex novo equivale ad alcune giornate di lavoro e magari al ricorso a un consulente esterno, per costo (ore di lavoro o parcella del professionista) stimabile attorno ai 3mila euro.
Infine, dobbiamo aggiungere il costo del denaro e le commissioni bancarie. Per un finanziamento a breve termine di 100mila euro, il tasso medio concesso a un artigiano è pari al 5,16%, ovvero a 5.160 euro, più le commissioni, che possono ‘valere’ qualche centinaio di euro. Sommando tutte le voci, ci avviciniamo di molto ai 10mila euro complessivi, specie se l’imprenditore ha in mente cambiamenti non ‘banali’ (e in questo momento l’innovazione e la ristrutturazione è diventato quasi un imperativo) nella propria azienda. Insomma, i costi del finanziamento si ‘mangiano’ un euro su 10.
“Il vero problema oggi – commenta Miele – non è tanto il tasso di interesse sulle operazioni di finanziamento, quanto la possibilità di ottenere il credito. Il sistema dei Confidi è sottoposto a forme crescenti e più stringenti di regolamentazione (a partire dalla vigilanza della Banca d’Italia) il che rende l’operatività dei Confidi stessi, loro malgrado, più costosa e sottoposta a procedure burocratiche sempre più complesse.
In questo momento di forte difficoltà per la carenza di liquidità – afferma il Presidente della Confartigianato – il problema dell’accesso al credito delle imprese è un dramma quotidiano”. “Oggi le micro e piccole imprese, spina dorsale dell’impianto produttivo locale, hanno un continuo bisogno di liquidità; strette tra la morsa dei mancati pagamenti, gli adempimenti burocratici e le tasse, faticano a chiudere il cerchio, manca il
denaro, elemento fondamentale e senza accesso al credito non c’è sviluppo. Le maglie delle banche si sono strette ulteriormente e per le aziende è diventato uno scoglio
quasi insormontabile accedere ai finanziamenti in un periodo, peraltro, di oggettiva crisi economica. A questa rigidità del sistema bancario stanno supplendo i Confidi che rappresentano un efficace strumento di garanzia mutualistica e calmieratori dei tassi praticati dalle banche. “Oggi come nel passato, le imprese sono più tutelate se sono accompagnate in banca dai Confidi in quanto, questi ultimi, hanno sempre facilitato l’accesso al credito condividendo il rischio con gli stessi Istituti di credito ed erogando garanzia che copre oltre il 50% del finanziamento”.