Che Natale sarebbe senza la pasta fatta in casa? Gli oltre 50 laboratori artigiani di pasta fresca delle due province lucane sono in questi giorni in piena attività. Le richieste – sottolinea la Confartigianato che ha monitorato il lavoro dei laboratori – sono cresciute tra il 20 e il 25% rispetto a Natale dello scorso anno. E – ci tengono a precisare – a prezzi stabili nonostante i sensibili aumenti delle materie prime, fra tutte la farina, schizzata in pochi mesi a più 30%. Le famiglie invece riducono il pranzo al ristorante complice l’incertezza pandemica ma non vogliono rinunciare a genuinità e tradizione. Per essere il popolo “più pastaiolo di Italia” la tradizione dei primi piatti delle feste si consolida. La pasta è sulla tavola dei lucani almeno quattro volte la settimana. Con il sugo o altri condimenti, con i legumi e gli ortaggi freschi di stagione, le famiglie ne consumano fino a 36 kg a testa in un anno. Il titolo di regione «più pastaiola d’Italia» non è stato mai messo in discussione . Anzi la prima fase della pandemia ha registrato un picco di consumo. In Basilicata per la Cia-Agricoltori l’incremento è stato almeno di 3 punti percentuali superiore alla media. La Coldiretti parla di «autentico boom» per quella garantita al 100% da grano italiano che fa registrare un balzo del 29% in valore nel carrello pari a quasi il triplo della pasta normale. La novità in tavola del Natale 2021 è il raviolo al baccalà, lanciato già da qualche tempo, dall’artigiana della pasta Vita D’Andrea (La Sfoglia d’oro Potenza), con un impasto molto gustoso che contiene anche i cruschi. Diventa un primo piatto unico per consentire nella migliore tradizione della pasta dei laboratori artigiani di festeggiare come una volta. E dalle sapienti mani della custode dei gusti della cucina aviglianese e della pasta fatta in casa, la signora Vita, il sapore è garantito come per tutte le altre varietà di pasta – agnolotti, tortellini, rielaborati alla lucana – o le più classiche orecchiette, gli strascinati, i cavatelli, la sfoglia per la pasta al forno, sino alle richiestissime crespelle, con forme e ripieni innovativi, per tutti i palati.
E’ questo un settore di attività artigianale in espansione specie a Potenza con buone prospettive per chi lo fa con passione e con la soddisfazione più efficace che proviene dai ringraziamenti dei clienti per il sacrificio del lavoro nei giorni natalizi. Se il nostro cibo va forte sulle tavole di tutto il mondo – sottolineano da Confartigianato – il merito è delle nostre aziende artigiane del settore, tra cui quelle specializzate nella pasticceria e nella pasta che danno lavoro e contribuiscono all’economia locale. Un patrimonio economico e di tradizione culturale che va costantemente difeso e valorizzato.
Per il cibo e i prodotti alimentari di qualità non si bada a spese. O meglio si bada a spese, soprattutto quest’anno, ma quando si sceglie lo si fa con un occhio di riguardo verso i prodotti locali, tipici e artigianali.
Scegliere prodotti e servizi realizzati da imprese artigiane e micro piccole imprese locali vuol dire sostenere non solo l’impresa, l’imprenditore, i suoi dipendenti, e quindi le loro famiglie, ma anche contribuire alla trasmissione della cultura cristallizzata nel sapere artigiano nonché al benessere della comunità. Anche per questo, Confartigianato lancia quest’anno un “decalogo” con dieci buoni motivi per comprare artigiano: artigianalità basata sul valore del lavoro, ascolto del cliente e personalizzazione del prodotto, alta qualità delle materie prime e dei prodotti realizzati, cultura secolare della manifattura artistica e della rielaborazione dei materiali, prodotti ad alta creatività, innovazione e originalità, prodotti ben fatti, con lavorazioni a regola d’arte, consulenza e supporto diretto per installazioni e riparazioni, artigianato focalizzato sulla domanda di prossimità, con una conoscenza del mercato del locale, remunerazione del lavoro sul territorio e gettito fiscale in Italia necessario per garantire il sistema di welfare.