I dati sulle iscrizioni dei ragazzi alle scuole superiori della Basilicata per l’anno scolastico 2024-25 segnano una prima svolta nella scelta per gli istituti tecnici e professionali. A sottolinearlo è il Centro Studi Confartigianato riferendo che pur essendo sempre prevalente la scelta per i Licei (il 57,9% dei giovani lucani) si registra un primo calo del 2,3% rispetto allo scorso anno, mentre le iscrizioni agli istituti tecnici raggiungono il 28,5% con più 1,7% e ai Professionali il 13,7% con più 0,7%. “Una tendenza ancora limitata ma che fa ben sperare per raggiungere la situazione ottimale delle regioni del Nord dove tecnici e professionali, messi insieme, bilanciano gli iscritti ai Licei”: è il commento di Rosa Gentile, dirigente nazionale e presidente Confartigianato Matera. “La scuola, il sistema della formazione – aggiunge – devono imparare ad insegnare la cultura del lavoro. Ne va del futuro delle nostre imprese, del made in Italy, dell’occupazione giovanile, mentre le imprese faticano a trovare manodopera qualificata e i giovani non trovano lavoro. Un problema che continua a manifestarsi anche in questa fase che interessa in particolare le piccole imprese”. Secondo Confartigianato, infatti, tra le imprese artigiane la difficoltà di reperimento di personale è addirittura superiore alla media: per il 40% la manodopera è introvabile. E sono proprio le micro e piccole imprese a richiedere competenze digitali per il 58,6% delle assunzioni previste, mentre per il 51,2% è richiesta la capacità di utilizzare linguaggi e metodi matematici e informatici ed infine per il 36% del personale da assumere viene richiesta capacità di gestire soluzioni innovative nell’ambito di ‘impresa 4.0’, applicando tecnologie robotiche, big data analytics, internet of things ai processi aziendali.
Confartigianato in passato ha firmato protocolli di intesa con Istituti Professionali presenti sul nostro territorio. Gentile sottolinea che “l’apprendistato è lo strumento fondamentale per avvicinare i giovani al mondo del lavoro e per trasmettere le competenze tipiche delle attività che hanno fatto grande il made in Italy nel mondo. L’Italia deve investire su questo contratto che coniuga il sapere e il saper fare, e che ha formato generazioni di lavoratori ma è stato anche la ‘palestra’ per migliaia di giovani che hanno creato a loro volta un’impresa”.
“Dobbiamo perciò impegnarci per avvicinare sempre più l’orientamento al mondo del lavoro e per far questo è necessaria innanzitutto un’azione culturale, come testimoniano i dati sulle iscrizioni agli istituti tecnici e professionali. Tanto più – aggiunge la dirigente Confartigianato – che l’artigianato oggi è profondamente cambiato, persino quello più tradizionale”.
L’ obiettivo è quello di favorire le condizioni per rendere possibile lo sviluppo delle pratiche formative che qualificano ulteriormente il lavoro dell’artigianato nel sistema delle politiche del lavoro.
Le priorità e gli obiettivi dei piani formativi da sostenere possono essere così sintetizzati:
– piani formativi individuali, aziendali, territoriali, settoriali, regionali, interregionali e nazionali concordati fra le parti per lo sviluppo della formazione continua nell’artigianato e nella piccola e media impresa sull’intero territorio;
– interventi di qualità nella formazione professionale continua ed esperienze di eccellenza;
– sperimentazione di modelli formativi di riqualificazione mirati ai lavoratori a rischio di esclusione dal mercato del lavoro;
– la formazione volta alla valorizzazione del lavoro femminile e alla diffusione di azioni positive;
– programmi di formazione professionale continua in tema di sicurezza del lavoro e di attuazione del complesso delle normative in materia di tutela della salute e dell’ambiente.