Gli artigiani lucani dipendenti (18.812) sono di poco inferiori ai dipendenti di società-imprese multinazionali (21.860) a conferma di quanto pesa a livello regionale l’occupazione artigiana rispetto a quella dei gruppi multinazionali italiani. La Basilicata si conferma insieme alle altre regioni del Sud “ad alta vocazione artigiana”. L’analisi è contenuta nel report pubblicato dall’Ufficio Studi Confartigianato.
Secondo Confartigianato l’economia regionale è caratterizzata da presenza di micro e piccole imprese (MPI) più marcata rispetto agli altri paesi europei e poco meno di un quarto delle MPI è rappresentato da imprese artigiane. Anche grazie al sistema diffuso di piccola imprese l’Italia ha potuto reagire positivamente alla pandemia del 2020 e alla crisi energetica del 2022.
Una evidenza statistica stilizza il modello di sviluppo italiano basato su un diffuso sistema di piccola imprese: in Italia l’occupazione nell’artigianato supera del 42,0% quella dei gruppi multinazionali italiani.
Vi è una combinazione di fattori strutturali, culturali e normativi che – commenta Rosa Gentile, presidente Confartigianato Matera e dirigente nazionale-delegata al Capitale Umano – contribuisce al predominio delle MPI e delle imprese artigiane rispetto al sistema delle multinazionali. Le imprese di minore dimensione, come abbiamo dimostrato con Fucina Madre a Matera, tendono ad essere più flessibili rispetto alle grandi imprese multinazionali, si adattano alle mutevoli condizioni di mercato e alle esigenze dei clienti, rimanendo competitive anche in contesti economici incerti. Le MPI e le imprese artigiane svolgono un presidio di settori di grande rilevanza per l’economia italiana, tra i quali ricordiamo quelli della moda, del food, dei servizi turistici e di quelli alla persona, del trasporto di merci e persone. Una diffusa presenza di imprese poggia su una forte cultura imprenditoriale, con una propensione al lavoro indipendente più elevata rispetto alla media europea. Le piccole imprese sopperiscono alle mancate economie di scala mediante reti di imprese, accrescendo la loro competitività mediante la collaborazione con altre imprese. Queste reti favoriscono lo sviluppo delle MPI, creando sinergie che possono essere difficili da replicare per le multinazionali.
La diffusione dell’impresa artigiana nel Mezzogiorno fa da contraltare ad un obsoleto modello di sviluppo centrato sull’insediamento della grande impresa integrata globalmente. Nelle regioni meridionali l’occupazione dell’artigianato ammonta a 567mila addetti ed è più che doppia (+121,2%) rispetto quella dei gruppi multinazionali italiani ed è l’unica ripartizione dove addirittura supera, precisamente del 26,0%, quella di tutti i gruppi multinazionali, italiani ed esteri, mentre a livello nazionale l’occupazione artigiana risulta inferiore del 23,9%.