“Il saldo attivo di 42 imprese artigiane, nei primi nove mesi dell’anno appena concluso, in Basilicata tra nuove iscrizioni (374) e cessazioni (332), è il segno della “resistenza” delle nostre microimprese artigiane, ma troppe ombre si addensano sul nuovo anno”. E’ il commento di Rosa Gentile, dirigente nazionale e regionale di Confartigianato al rapporto Movimprese, condotto da Unioncamere e InfoCamere, sui dati del Registro delle Imprese delle Camere di commercio. In Basilicata al 30 settembre 2021 le imprese artigiane sono complessivamente 10.153.
“La ripresa economica sospinge la risalita del settore artigiano, ambito importante dell’economia nazionale”, sottolinea il presidente nazionale di Unioncamere, Andrea Prete. “Questo significa che tra gli italiani c’è un rinnovato ottimismo, una voglia di ‘fare’, mettendosi in proprio, che mi auguro si protragga nei prossimi mesi”.
Alla base dell’ampliamento della platea artigiana ci sono la forte ripresa del settore delle Costruzioni (per una crescita dell’1,80%) e la dinamicità dei Servizi di supporto alle imprese ( per un aumento del 2,29% nei nove mesi considerati). Non tutti i settori, però, sembrano aver risentito degli effetti della ripresa economica oggi in atto. Riduzioni consistenti in valore assoluto si registrano nel Trasporto e magazzinaggio (pari a una variazione del -1,16%), e, soprattutto, nelle Attività manifatturiere (pari al -0,70%).
Nel nuovo anno – sottolinea ancora Gentile – sul recupero pesano i rischi da varianti del virus e inflazione. Secondo l’analisi dell’Ufficio Studi Coonfartigianato le marcate eterogeneità settoriali che emergono nella fase di recupero posta-pandemia segnalano alcuni comparti in sensibile ritardo: moda, automotive e i servizi legati alla mobilità e al turismo.
Le ombre che gravano sulla ripresa. In primo luogo l’ondata invernale di contagi, il rallentamento degli scambi internazionali e la maggiore inflazione, per oltre due terzi derivata dai beni energetici. L’escalation delle tariffe di elettricità e gas, e la crescita a doppia cifra dei prezzi dei carburanti impone una riduzione della spesa delle famiglie per altri beni e servizi. Per le imprese l’improvvisa esplosione dei costi energetici, insostenibile in alcuni settori, sta riducendo il valore aggiunto della manifattura.
L’Italia, con una elevata dipendenza energetica dall’estero, sta subendo un pesante aumento della bolletta energetica. Sulle bollette di imprese e famiglie pesa il deragliamento del prezzo del gas europeo, mentre, in parallelo, è salita la dipendenza dal gas proveniente dalla Russia.
Un’ondata inflazionistica diffusa potrebbe accelerare il ritorno a politiche monetarie restrittive che dal 2023, con il ripristino delle regole europee di bilancio, si sincronizzerebbero pericolosamente con un maggiore rigore della politica fiscale, con insostenibili effetti recessivi. Infine nel 2022 vi sono altri 102 target del PNRR da raggiungere, per serve una pubblica amministrazione all’altezza: va migliorata l’attuale organizzazione del lavoro nella Pa e migliorata la qualità dei servizi pubblici, con l’Italia che è all’ultimo posto nell’Unione europea per fiducia dei cittadini nei confronti della Pa.