Sono 1650 le nuove assunzioni previste in Basilicata da Unioncamere nel secondo trimestre dell’anno a fronte però di 1240 “uscite”. In proposito Confartigianato in concomitanza con il varo definitivo da parte del Parlamento della riforma del sistema nazionale di istruzione e formazione ricorda come nel nostro sistema scolastico sono ancora rarefatte le occasioni di contatto con il mondo del lavoro durante il periodo scolastico, evidenziando il divario tra percorsi di apprendimento e competenze richieste dalle imprese e rendendo più difficile l’ingresso sul mercato del lavoro. A sottolinearlo è la vice presidente nazionale di Confartigianato Rosa Gentile.
In Basilicata ad aprile secondo i dati Istat l’occupazione è cresciuta del 3,9%. Tuttavia la scarsa integrazione tra scuola e lavoro rappresenta una specifica criticità per la formazione tecnica e professionale data la relativa importanza nella domanda di lavoro delle imprese. La quota di domanda di lavoro rivolta giovani in possesso di diploma e di qualifica professionale è maggioritaria, arrivando nel 2014 al 56,1% del totale; nel 2014 la dinamica delle assunzioni di diplomati (+6,9%) è più alta di quella dei laureati (+3,9%). La domanda di diplomati più elevata proviene dalle micro imprese che nel 2014 pesano per il 37% degli assunti con diploma, seguite a distanza dalle grandi imprese con il 27%.
Il “valore artigiano” – sottolinea Gentile – caratterizza modi di produrre e organizzare l’impresa che superano i vecchi limiti di forma di impresa, dimensione e settore. Il valore artigiano è caratterizzato dalla predominanza di alcuni caratteri dell’impresa, tra i quali la realizzazione di beni e servizi fondata sulle conoscenze della tradizione e caratterizzata da un forte legame con le risorse – umane e materiali – del territorio. La produzione artigiana di beni e servizi interpreta in modo originale l’abbinamento di materiali, tecniche e competenze, con lavorazioni a regola d’arte che garantiscono un prodotto ben fatto e di elevata qualità, reso possibile dal talento delle risorse umane presenti nelle imprese artigiane. Ed è proprio sulla protezione e lo sviluppo della dotazione del capitale umano delle imprese artigiane che si innescano i processi di trasmissione delle conoscenze resa possibile dal passaggio generazionale nelle imprese familiari e dai processi formativi on the job.
Nel quinquennio 2006-2011 il 9,1 % delle microimprese (3-9 addetti) a conduzione familiare è stato interessato dapassaggio generazionale e il 18,2% lo prevede entro il 2016: nell’arco di dieci anni il fenomeno coinvolge più di un’impresa su quattro (27,3%) a un ritmo di 53 microimprese al giorno. Si stima siano coinvolti 877.853 addetti delle imprese in fase di transizione nella gestione, pari al 22,8% degli addetti delle imprese con 3-9 addetti.
In cinque anni, con riferimento al periodo 2010-2014, le imprese artigiane hanno investito nella formazione ‘sul campo’ ai neoassunti in media 1.965,5 milioni di euro all’anno, a conferma di quanto l’accumulazione del capitale umano sia un fenomeno consolidato in azienda grazie all’affiancamento del titolare ai suoi collaboratori.
Lug 11