Nonostante – al II trimestre scorso – i prestiti alle piccole imprese in Basilicata siano in leggero aumento (più 0,2% rispetto al 3,3% totale imprese) è in forte ascesa la percentuale netta di imprese che riportano difficoltà di accesso al credito. E’ l’aggiornamento sulla situazione del credito alle pmi che viene dal Centro Studi Confartigianato sottolineando che per le imprese artigiane si registra una dinamica meno favorevole . Secondo il report inoltre dopo la drammatica crisi di liquidità scatenata dalla pandemia, la gestione della finanza d’impresa rimane complessa: il 15,7% delle imprese riscontra criticità nella liquidità e gestione delle fonti di finanziamento tali da compromettere i propri piani di sviluppo per il resto del 2022.
Ulteriore elemento di preoccupazione per Confartigianato è l’indebitamento delle aziende e ditte di piccole dimensioni, in particolare del comparto artigiano. Il rapporto tra prestiti alle imprese e PIL si attesta sul 36,9% (il 51,9% del debito delle società non finanziarie è rappresentato da prestiti bancari mentre il resto sono prestiti di altra natura e titoli): continua l’allontanamento dal massimo di 40,4% del I trimestre 2021 ma resta superiore ai livelli pre-crisi (35,1% nel IV trimestre 2019).
“Le storiche difficoltà di accesso al credito – commenta Rosa Gentile, presidente Confartigianato Matera e dirigente nazionale confederale – amplificano i loro effetti negativi in una situazione segnata profondamente dal caro-energia e dagli aumenti dei costi delle materie prime. Il comparto del mobile imbottito della Murgia Materano-Barese è il caso più preoccupante: con aumenti anche settimanali deIle materie necessarie alle produzioni gli imprenditori alla lunga non possono a reggere. Se a ciò si aggiunge che si chiudono i rubinetti delle banche, in verità da noi da sempre non rispondenti alle esigenze delle pmi, siamo oltre la cosiddetta tempesta perfetta. Come dice il Presidente di Confartigianato Marco Granelli ci impongono nuove e grandi responsabilità. Sentiamo il dovere di adeguare la nostra strategia associativa ad un contesto che muta repentinamente ed esige nuove risposte di rappresentanza e di servizio. Dobbiamo costruire ‘mappe di navigazione’ per condurre gli imprenditori in un percorso complesso, consapevole dei rischi ma anche delle opportunità, e che punti ad un ancoraggio sicuro. Il punto di forza – conclude – per noi è rappresentato proprio dalle imprese ‘a valore artigiano’, indicate come determinanti per creare occupazione, riattivare la domanda interna, contribuire a uno sviluppo sostenibile ed inclusivo, creare Pil ‘sociale’, garantendo la vitalità, la qualità della vita, il benessere sociale dei territori.