Nel mondo della micro e piccola impresa e nell’artigianato è più alta la quota di dipendenti giovani. Nelle imprese fino a 49 addetti la quota di dipendenti under 34 anni in Basilicata è del 9,3% analoga a quella nazionale (9,4%) e migliore della media Sud (7,8%). Lo rileva il Centro Studi Confartigianato evidenziando il paradosso della carenza di manodopera associata ad una elevata quota di giovani che non si offrono sul mercato del lavoro. Secondo il Centro Studi Confartigianato nel 2024 per le micro e piccole imprese del comparto artigiano la condizione di disequilibrio tra domanda e offerta di lavoro è del 47,6,% leggermente inferiore alla media che riguarda l’insieme dei comparti produttivi nel complesso (50,2%).
“I giovani – ha detto Rosa Gentile, dirigente nazionale e regionale Confartigianato – sono un elemento chiave per il futuro dell’artigianato. Nelle imprese artigiane c’è spazio per i giovani talenti, per sperimentare e mettere a frutto nuove idee. Tuttavia, esiste un problema di disallineamento tra domanda e offerta di lavoro. Confartigianato chiede nuove politiche e interventi efficaci per far incontrare il mondo delle imprese con quello dei giovani, e un nuovo approccio scolastico che formi le professionalità necessarie per l’evoluzione tecnologica. Gentile insiste sull’importanza dell’apprendistato come strumento di trasmissione della conoscenza.
“La carenza di personale qualificato – sottolinea – è un’emergenza da affrontare subito, soprattutto con un’adeguata politica formativa. Si devono irrobustire le politiche del lavoro, armonizzandole con quelle dell’istruzione e con gli interventi contro la crisi demografica e la gestione dell’immigrazione, fattore non secondario a fronte di una quota di dipendenti stranieri che nelle imprese è pari al 14,8% e che sale al 17,1% nelle micro e piccole imprese”.
Il dinamismo nel triennio 2021-2024 – L’occupazione giovanile ha contribuito al dinamismo del mercato del lavoro negli ultimi tre anni (tra il 2021 e il 2024), un arco di tempo particolarmente turbolento, caratterizzato dalle conseguenze dell’invasione dell’Ucraina da parte della Russia, da uno shock energetico, dalla stretta monetaria più pesante della storia dell’Euro, dalla caduta del commercio internazionale e delle incertezze derivante dallo scoppio della crisi in Medio Oriente.
Nel triennio in esame si è registrato un aumento di 462mila occupati under 35, pari ad un incremento cumulato del 9,4%, una performance migliore del +6,1% del totale occupati di 15 anni L’analisi territoriale – qui il grafico – evidenzia che tra le maggiori regioni – con almeno 300mila giovani occupati – si osserva una diffusa e robusta crescita. Il maggiore dinamismo dell’occupazione dei giovani under 35 si registra in Sicilia con 17,8% seguita, con tassi crescita a doppia cifra, da Toscana con 14,1%, Emilia-Romagna con 11,2%, Lombardia con 11% e Puglia con 10,6%. In Sicilia, Lombardia, Puglia, Piemonte e Campania la dinamica dell’occupazione delle donne under 35 è maggiore di quella degli occupati uomini under 35. In chiave ripartizionale si osserva una crescita dell’occupazione giovanile più robusta nel Centro con 10,9% e nel Nord-Ovest con 10,6%, seguite da Nord-Est con 8,3% e Mezzogiorno con 7,8%.