Anche Confcommercio Potenza ha partecipato, su invito della Cgil, all’evento “Liberiamo il Futuro”. Una presenza che ha pochi precedenti nel nostro Paese e piena di significati. Per il presidente Fausto De Mare che ha avuto colloqui con i segretari nazionale Landini e regionale Summa “spesso le pmi hanno timore di confrontarsi con il sindacato perché difendono i diritti dei lavoratori. È giusto che lo fanno. Anche le associazioni datoriali difendono quelle delle imprese. Non dobbiamo avere paura di confrontarci – ha aggiunto – per ricercare insieme la strada migliore per creare reddito e occupazione consapevoli di avere interlocutori comuni quali le istituzioni e i governi nazionali e locali. Partiamo – ha detto ancora De Mare – dalla percezione comune di un momento di straordinaria difficoltà del Paese. Credo che sia ora di fare una manutenzione straordinaria del sistema delle relazioni industriali e sindacali. Il sistema dei servizi di mercato produce quasi il 60% della ricchezza del Paese, eppure incentivi e ammortizzatori continuano a penalizzare questo sistema. Nello specifico, la concertazione del 1993 – ha aggiunto il presidente di Confcommercio – ha funzionato come reazione alla crisi di quegli anni ma non ha avuto effetti sulle politiche di sviluppo. Un’esperienza da ripetere per rilanciare, sia pure con strumenti e modalità nuovi, un dialogo costruttivo privo di pregiudizi con una priorità: avviare tra Governo e parti sociali un confronto costante e strutturato per affrontare da subito le emergenze economiche e sociali per far ripartire un’economia che già registra la crescita zero. Tra queste, prima fra tutte, il disinnesco degli aumenti Iva per oltre 50 miliardi di euro tra il 2020 e il 2021. Ma nell’agenda del confronto dovranno anche essere affrontati i temi della riduzione del cuneo fiscale e contributivo sul costo del lavoro, della riforma complessiva delle aliquote Irpef e della necessità di un forte impulso agli investimenti in innovazione ed infrastrutture”.
Nel luglio scorso il Misery Index Confcommercio – l’indice di disagio socio-economico accertato dal Centro Studi Confcommercio – si è attestato a quota 16,4, in moderato rialzo rispetto al dato di giugno (16,2), mese in cui si era toccato il minimo dall’inizio del 2011. Al calo dell’indicatore hanno contribuito sia la componente legata all’inflazione dei beni e servizi ad alta frequenza d’acquisto, sia il peggioramento della disoccupazione. Il dato dell’ultimo mese si inserisce in un contesto di graduale rientro dell’indicatore, sceso nella media del secondo trimestre a 16,6. Ciò nonostante l’area del disagio sociale si mantiene ancora su valori molto distanti dai livelli pre-crisi, situazione che potrebbe aver contribuito a generare una scarsa percezione del miglioramento nelle famiglie. C’è anche il rischio che il perdurare della stagnazione produttiva consolidi, nei prossimi mesi, il deterioramento nel mercato del lavoro registrato nell’ultimo mese, vanificando i già esigui progressi conseguiti negli ultimi anni. A luglio il tasso di disoccupazione estesa si è attestato al 12,6% (12,5%) a giugno, mentre i prezzi dei beni e dei servizi ad alta frequenza d’acquisto sono aumentati dello 0,7% su base annua, in ripresa rispetto allo 0,5% di giugno.
Set 09