La legge di Bilancio stabilisce una soglia di 250 euro per i controlli antiriciclaggio, in modo da favorire la diffusione dei servizi di pagamento, prelievi compresi, “attraverso reti di prossimità”. La finalità del governo è quella di permettere i prelievi anche a chi vive nei piccoli centri, che negli ultimi anni – proprio come accade in Basilicata – hanno perso oltre il 40% degli sportelli bancari. Secondo l’ufficio credito di Confcommercio, ” al 30 giugno scorso, il 45% dei Comuni lucani (72mila persone) non ha uno sportello bancario, mentre il 29% dei Comuni della regione (102mila persone) dispone di un solo sportello. I commercianti che decideranno di offrire questo servizio certo non si arricchiranno, ma è una funzione in più, che rafforzerà il ruolo dei negozi di prossimità. Potrà aiutare anche gli anziani, che hanno difficoltà a usare i bancomat, anche per ragioni di sicurezza”. “L’ipotesi più probabile – si legge nella nota – è che si useranno i circuiti bancari e delle carte di credito ma gli esercenti, all’interno del quadro normativo europeo e italiano, hanno ampia libertà di scelta sull’ultimo miglio per i pagamenti”.
A fare da quadro sarà soprattutto il “protocollo Pos” concluso quest’anno tra le associazioni del commercio, l’Associazione Bancaria italiana (Abi), e l’Associazione Italiana Prestatori Servizi di Pagamento (Apsp). L’auspicio – sottolinea il presidente Confcommercio Potenza Angelo Lovallo- è che l’ampliamento della possibilità di prelievo possa anche accrescere la sicurezza: eviterebbe a chi vive nei piccoli centri l’obbligo di prelevare in una soluzione grosse quantità di danaro, tenendole in casa. Inoltre. dando seguito al protocollo di luglio sottoscritto oltre che da Confcommercio, da Confesercenti, Confartigianato, Cna, Confesercenti e Fipe con ABI e APSP (Associazione Italiana Prestatori Servizi di Pagamento), “è stato raggiunto un altro risultato importante sul versante della trasparenza”: gli esercizi commerciali potranno consultare sul sito dedicato del CNEL le offerte promozionali proposte dagli intermediari (banche e prestatori dei servizi di pagamento), per una durata di almeno 9 mesi, secondo uno schema standard che, per la prima volta nel nostro Paese, rende davvero possibile la comparazione delle offerte stesse.
“Tra le offerte proposte – scrive Confcommercio – ve ne sono diverse che prevedono la gratuità per le operazioni di importo ridotto (fino a 10 euro). In alcuni casi vi sono offerte promozionali anche per i rapporti già in essere. Inoltre, quando le offerte vengono proposte ai singoli esercenti, gli operatori dei pagamenti (banche in testa), devono utilizzare il medesimo schema standardizzato anche per evidenziare le condizioni che saranno applicate, al singolo esercente, alla fine dell’offerta promozionale”.”Confcommercio – continua la nota – è impegnata per far sì che questo salto di qualità, apprezzato anche dall’Autorità antitrust in un proprio parere, diventi strutturale”.
“L’accordo – spiega Aldo Mario Cursano, vicepresidente di Fipe-Confcommercio – ha l’obiettivo di mitigare i costi delle commissioni sui micropagamenti che, nel caso dei pubblici esercizi, sono particolarmente significativi anche per effetto del costante aumento delle transazioni digitali. Accogliamo dunque con soddisfazione il provvedimento che rappresenta il raggiungimento di un obiettivo su cui siamo impegnati da sempre e per il quale ci siamo messi a disposizione per raggiungere l’accordo. E’ un primo significativo passo anche sul percorso di trasparenza e comparabilità dei costi di cui le imprese avvertono un grande bisogno”.