Tempi biblici per il completamento di opere pubbliche – in Basilicata in media 5 anni e sette mesi, vale a dire un anno e tre mesi in più della media nazionale e un anno e mezzo in più rispetto a quanti ne occorrono in regioni come Lombardia ed Emilia Romagna – e la crescita del gap infrastrutturale che si scarica direttamente sulle piccole e medie imprese sono gli elementi più vistosi che emergono dal Rapporto dell’Ufficio Studi di Confcommercio sui trasporti e la sostenibilità e dal documento dell’Isfort sul sistema dei trasporti in Italia presentati a Cernobbio al 5° Forum Internazionale di Conftrasporto-Confcommercio.
Le proposte di Confcommercio sono molto semplici e di grande impatto sui territori perchè sbloccare i progetti e i cantieri già finanziati favorirebbe la ripresa economica, aumenterebbe l’offerta di trasporto e l’occupazione; completare il Sistema nazionale integrato dei trasporti nei tempi previsti contribuirebbe a incrementare il Pil del 2,5% creando complessivamente 300mila posti di lavoro all’anno. Le risorse ci sono, ma non vengono spese: nel 2018 il 60% dei fondi stanziati per le infrastrutture non è stato utilizzato ed è rimasto nelle casse dello Stato. Secondo la denuncia di Conftrasporto inoltre il fisco penalizza i camion ‘più puliti’: un Tir Euro6 versa il triplo di ciò che dovrebbe sull’inquinamento prodotto, circa 7.900 euro in più all’anno. Una fiscalità più ragionevole incrementerebbe l’acquisto di mezzi più ‘green’.
L’attenzione verso l’ambiente impone una valutazione pragmatica dell’efficacia delle politiche adottate finora per promuovere i trasporti sostenibili, definendo un nuovo paradigma per la mobilità sostenibile. Lo sblocco dei cantieri e un maggiore equilibrio fiscale avvierebbero una ‘crescita felice’ e ci renderebbero attori, anziché spettatori, degli scambi tra le aree continentali che nell’ultimo decennio sono raddoppiati.
Ma questa crescita non riusciamo ad agganciarla perché scarseggiano assi e nodi di collegamento efficaci fra i territori e verso l’Europa. Abbiamo i progetti e – per diverse opere – anche i finanziamenti. Ciò che manca è la capacità di spendere le risorse appostate soprattutto per le grandi opere. Un esempio? Nel 2018 il ministero delle Infrastrutture non ha speso il 60% dei fondi che aveva in bilancio (5,7 miliardi di euro). Criticità anche nella capacità di spesa dei fondi strutturali europei: a poco più di un anno dalla fine del periodo di programmazione, per il PON (Programma Operativo Nazionale) Infrastrutture e reti è stato speso solo il 23% delle somme disponibili.
“La nostra regione – commenta Fausto De Mare, presidente Confcommercio Potenza – continua a pagare un prezzo altissimo per l’inadeguatezza dei sistemi viari, ferroviari e logistici. Per questo sosteniamo la nuova iniziativa avviata dal Presidente Bardi in sede di Conferenza Stato-Regioni per ottenere dal Governo e in primo luogo dal Ministro De Micheli innanzitutto un cronoprogramma di impegni. Il passato fatto di annunci va definitivamente rimosso”.
Ott 22