La restrizione creditizia operata dal sistema bancario nel corso dell’anno 2012, continua ancora ad essere presente nello scenario dei finanziamenti alle imprese. Infatti, al fine di contenere i rischi, il sistema bancario ha irrigidito le modalità di accesso al credito e ciò ha determinato una contrazione della domanda di finanziamento delle imprese per nuovi investimenti ed un aumento dei prestiti in sofferenza. La situazione di crisi, iniziata lo scorso anno, sembra non raggiungere una definizione comportando, di conseguenza, una situazione di stallo dell’economia. Le piccole e medie imprese sono sempre più in affanno ed il tasso di mortalità delle imprese, a livello territoriale, continua ad aumentare. Nonostante gli accordi in materia di moratoria di debiti alle imprese abbiano fornito una boccata di ossigeno, il debito pregresso continua ad essere rilevante. In questo scenario, diventa sempre più prioritario rafforzare il ruolo dei consorzi fidi e, soprattutto, la collaborazione con le banche. Quest’ultima dovrebbe essere incentrata su una politica di contenimento dei costi delle imprese e sulla necessità di riacquisire maggiore “fiducia” nella solvibilità delle imprese stesse. Difatti, da un lato, sarebbe auspicabile lavorare sulla riduzione dei costi, ( si potrebbe, ad esempio, operare un adeguamento delle commissioni che gravano sugli esercenti per il sempre maggiore ricorso, da parte dei clienti, all’utilizzo degli strumenti elettronici di pagamento); dall’altro, guardando l’ambito di applicazione di Basilea 3, bisognerebbe mitigare i requisiti patrimoniali richiesti alle imprese per l’accesso ai finanziamenti. Naturalmente, si è ben a conoscenza della condizione in cui sono venuti a trovarsi gli istituti bancari che, per arginare l’aumento dei prestiti in sofferenza, hanno irrigidito i requisiti richiesti per l’accesso al credito ma ci si auspica di poter addivenire ad una collaborazione positiva che, da un lato, aiuti le imprese a sostenere i costi e, dall’altro, permetta alle banche di ridurre le situazioni di sofferenza già in essere. Ciò comporterebbe un decisivo aiuto al rilancio dell’economia poiché incentiverebbe nuovamente le imprese ad investire, riattiverebbe, anche se lentamente, l’economia e, di conseguenza, consentirebbe alle banche di iniziare ad appianare le sofferenze creditizie già in essere. Naturalmente, la spinta maggiore dovrebbe essere data a livello Nazionale ma già a livello locale si potrebbe lavorare, con un aiuto congiunto tra banche, associazioni imprenditoriali ed attività economiche, per una ripresa dell’economia.
Giordano (Ugl) al IX congresso regionale Fim-Cisl: “Serve una nuova politica economica”.
“Certamente và evidenziata la gravità della recessione regionale, che suggerirebbe di sostenere l´economia attraverso la politica fiscale, ma la Basilicata ha grosse difficoltà a intervenire verso una diversa impostazione di politica economica. Nulla di più si sta effettuando per sostenere i consumi, quanto per proteggere i redditi dei disoccupati, alleggerire i costi delle imprese, aiutare le piccole e medie imprese dalla stretta creditizia, favorire la crescita in generale e impedire la moltiplicazione del precariato”.
E´ quanto ha dichiarato il segretario regionale dell´Uglm Basilicata, Giuseppe Giordano prendendo parte ai lavori del IX congresso regionale Fim Cisl Basilicata.
“La Basilicata sta attraversando mesi veramente difficili, a causa di un´assenza di coesione e compattezza, nonostante ci siano tutte le capacità per ridare alla nostra Regione il futuro che merita. Sono tante le criticità da risolvere. In Basilicata – ha rimarcato Giordano, – rimane prioritario il problema delle infrastrutture, il fallimento dei consorzi industriali, la Ferrosud, Valbasento, Firema, Fiat di Melfi e di tutte le fabbriche dell´indotto. Dobbiamo lavorare per un più forte sindacato che sappia andare oltre la semplice rivendicazione e affronti i problemi legati agli interessi dei lavoratori: oggi non si può fare altrimenti, non c´è alternativa all´unità tra i sindacati ed i lavoratori ne hanno bisogno. Le organizzazioni sindacali – ha continuato il segretario Ugl – devono dimenticare certe loro peculiarità e guardare allo stesso traguardo. L´obiettivo è difendere i posti di lavoro e i salari e creare condizioni per la crescita dell´occupazione. Senza unità sindacale molti obiettivi non si possono raggiungere. Nell´attuale situazione recessiva, non è però possibile puntare solo sulla politica industriale; occorre accompagnarla con interventi di sostegno e di stabilizzazione della domanda, declinati in funzione dell´espansione dello stato sociale (rafforzamento degli ammortizzatori sociali, reddito di cittadinanza ecc.). Politica industriale per rilanciare il lavoro e politiche di welfare per contenere gli effetti negativi dovuti ai raggiustamenti dei mercati sono due aspetti inevitabilmente connessi nell´obiettivo di favorire un assetto sociale più equilibrato. Proposte come queste per la crescita dell´occupazione, la ristrutturazione industriale, il consolidamento del welfare sono un toccasana sia per il campo economico che per quello politico. E qui – ha concluso Giordano -, l´UGL offre un utile contributo, una chiave di lettura di quanto la politica regionale è stata fallimentare e una prospettiva di cambiamento: i contenuti dell´UGL sono chiari, le proposte sono molte, concrete, realizzabili, sicuramente largamente condivise. Solo noi sindacato possiamo essere capaci di dare benefici economici concreti a tutta la Basilicata, e di far vivere proprio tutti in una Regione meno degradata, insicura e ingiusta”.