La spesa delle famiglie lucane per i servizi culturali (tra cui cinema, teatro, musei e concerti) , secondo il rapporto annuale 2018 di Federculture ‘Impresa Cultura’, è di appena 59,77 euro, a fronte dei circa 150 euro al mese delle famiglie che risiedono nel Nord e della media sud di 90 euro. Un divario che soprattutto in vista di Matera 2019 e dei benefici diretti ed indiretti che si possono “spalmare” sull’intero territorio regionale deve vedere anche l’impresa fare la sua parte. A sostenerlo è Confcommercio Imprese Italia Potenza a commento della presentazione del rapporto nazionale avvenuto a Milano.
“Sostenere la cultura come sottolinea Carlo Sangalli, presidente nazionale Confcommercio e della Camera di Commercio di Milano,non è una voce di spesa ma di investimento. Al governo chiediamo una testimonianza di impegno per sostenere il forte impegno per la cultura che le Camere di Commercio stanno realizzando”. Entrando nel dettaglio del rapporto, la spesa delle famiglie lucane per la lettura di libri è di 30,4 euro rispetto ai 54,3 euro del Friuli-Venezia Giulia e ai 48,9 euro della Lombardia; per il teatro di 18 euro (Trentino 31,4 euro); per concerti di musica classica 11,6 euro; per musei e mostre 25,8 euro; per ingresso in siti archeologici e monumenti 21,4 euro.
Seriamente preoccupante invece il dato dell’incultura: il 38,5% degli italiani adulti con almeno 25 anni d’età non partecipa ad alcun tipo di attivita’ culturale; ancora peggio la quota di coloro che non vanno al cinema, non visitano un museo ne’ un sito archeologico almeno una volta all’anno: circa il 70% degli adulti, che diventa 82% al sud. Qualche speranza arriva dal turismo: quello culturale rappresenta il 35,4% della quota totale; crescono del 10% i visitatori di musei statali e “la spesa culturale di turisti aumenta dell’11 per cento” ha sottolineato il presidente di Federculture, Andrea Cancellato.
“Non abbiamo particolarmente apprezzato che il turismo sia passato dal ministero dei Beni culturali alle Politiche agricole; ci vorrebbe una cabina di regia a Palazzo Chigi” ha criticato Claudio Bocci, direttore di Federculture. La spesa in cultura delle amministrazioni comunali scende del 4% rispetto al 2015 e anche le erogazioni dalle fondazioni bancarie, -9% rispetto al 2016. Quanto ai fondi pubblici, nel 2017 e 2018 lo stanziamento del Mibac è stato confermato nell’entità degli anni precedenti: il bilancio ministeriale è di 2 miliardi e anche nel previsionale 2018 risulta uno stanziamento di 2,4 miliardi.
Ma – sottolinea Confcommercio – il campanello d’allarme è la spesa dei viaggiatori stranieri in Basilicata che ammonta a 41 euro e pone la nostra regione al penultimo posto con in testa la Lombardia (6.553 euro).
Inoltre è interessante notare che la proporzionalità tra spesa totale e spesa in cultura non è diretta. Considerando lo scostamento positivo o negativo dei due indicatori dai relativi valori medi si disegnano due curve divergenti che indicano valori anche più che doppi nella spesa per cultura rispetto alla spesa complessiva. Ad esempio, guardando alle due regioni agli estremi della classifica, Trentino Alto Adige e Basilicata-Molise, si può vedere nel caso del Trentino che la spesa media mensile per consumi finali è del 20% più alta della media nazionale mentre quella per la cultura è più alta del 60% rispetto alla relativa media Italia; analogamente, anche se di segno opposto, in Basilicata-Molise si rileva che la spesa media mensile è inferiore alla media nazionale del 14% mentre quella destinata ai consumi culturali è più bassa della media italiana di oltre il 54%.
Per queste ragioni – sottolinea Confcommercio – investire nella cultura ha un doppio valore. Significa investire nella crescita umana della società e significa investire nelle imprese e, dunque, sostenere l’economia.