Sette imprese familiari-individuali su 10 (tra il 2022 e il 2024) stanno investendo in formazione per fare crescere le competenze dei titolari e del personale impiegato ed affrontare al meglio le sfide dei cambiamenti in atto. È quanto emerge dal rapporto Strategie e politiche di formazione nelle imprese familiari realizzato da ASFOR, Centro Studi Guglielmo Tagliacarne e CUOA Business School. Tra i giovani imprenditori la propensione ad investire in capitale umano è più elevata (73%), mentre a fare più fatica sono soprattutto le donne capitane di impresa (66%) e le piccole realtà imprenditoriali (65%) che più di altre avrebbero, invece, bisogno di sviluppare il bagaglio di conoscenze del proprio personale per accompagnare i processi di sviluppo.
“Sono indicazioni che ci incoraggiano a proseguire il percorso della formazione dei nostri associati, avviato nei mesi scorsi, tenuto conto che le imprese familiari del Mezzogiorno e gli imprenditori under 35 sembrano avere maggiore consapevolezza che per cambiare passo non è sufficiente puntare sul bagaglio delle competenze già acquisite”: è il commento del presidente di Confcommercio Potenza Angelo Lovallo.
Lovallo ricorda le attività svolte a favore degli esercenti di attività di abbigliamento, calzature, accessori, associati a Federmoda-Confcommercio per rafforzare i servizi del negozio di vicinato e accettare la sfida dei grandi gruppi di vendite on line. Si tratta del primo corso “Strategie Pratiche” per come gestire il primo contatto con il cliente, cosa vogliono i clienti , come essere professionali che si è svolto nella sede di Confcommercio a Potenza. Al Trainer & Sales Coach Raffaele Pesacane è stato affidato il compito di affrontare questi temi e di fornire prime informazioni utili ad accrescere la professionalità di esercenti e dipendenti addetti alle vendite.
“Qualunque attività economica di successo – aggiunge – oggi, non può prescindere da un utilizzo sapiente e consapevole del Digitale: web, social, tecnologie, software, ma anche processi e organizzazione possono essere ottimizzati per migliorare le vendite dei commerci locali e dei professionisti di ogni settore”.
Formazione fa più breccia tra le imprese giovanili meno tra le femminili
Il 73% delle imprese familiari giovanili ha investito in attività formative nel periodo 2017-19 e continuerà a farlo anche nel triennio 2022-24 in almeno una delle tipologie di formazione (contro il 68% delle imprese familiari non giovanili). Ma nelle imprese familiari guidate da donne solo 66% ha investito nel periodo 2017-19 e proseguirà anche nel triennio 2022-24 (vs il 70% delle imprese familiari non femminili).
Tuttavia, sia le aziende familiari under 35 sia quelle femminili mostrano una maggiore propensione ad investire nella formazione orientata a produrre cambiamento rispetto alle altre. Il 30% delle imprese giovanili che ha investito nel 2017-19 continuerà ad investire nel 2022-24 in corsi manageriali per nuovi modelli di business (contro 24% nel caso delle imprese non giovanili), una quota che scende al 28% nelle imprese familiari femminili ma che resta più levata di 3 punti percentuali rispetto a quelle dei loro colleghi maschi (25%).
Piccole imprese arrancano rispetto alle grandi
Le politiche di formazione del personale fanno fatica ad affermarsi tra le aziende familiari più piccole (con meno di 50 addetti). Solo 65% di queste investirà nel triennio 2022-24 e lo ha fatto nel periodo 2017-19, contro l’86% di quelle medio-grandi) Un fenomeno che risulta più marcato per la formazione in re-skilling -dove le imprese che investiranno sono il 47% tra le piccole e il 71% nel caso delle medio-grandi – e in orientamento intra-imprenditoriale (30% contro il 54%).