Confcommercio: le ondate di calore hanno impatti differenziati sui lavoratori e le attività produttive in particolare nei settori commercio e servizi. Di seguito la nota integrale.
Le ondate di calore hanno impatti differenziati sui lavoratori e le attività produttive in particolare nei settori commercio e servizi. Lo sostiene Confcommercio chiedendo che le semplificazioni sulla cassa integrazione ordinaria, e sulle modalità organizzative per fronteggiare l’emergenza climatica, siano “ben tarate alle tipologie di attività nei diversi settori e alle mansioni svolte”.
Stiamo quotidianamente monitorando la situazione – sottolinea il presidente Confcommercio Angelo Lovallo – sulla base delle segnalazioni che ci pervengono dal territorio. Intanto i consumatori hanno cambiato abitudini concentrando gli acquisti alle prime ore del mattino e nel tardo pomeriggio-serata. Si ripete la scelta di persone anziane che passano più tempo negli iper e super mercati per “godere” dell’aria condizionata. Negli acquisti un’impennata per l’acqua minerale e le bevande, alimenti freschi e per l’abbigliamento capi in cotone. Svolgiamo tra gli associati azione di comunicazione delle misure di prevenzione del rischio e siamo disponibili ad un protocollo condiviso per la modifica dei modelli organizzativi.
“Va da sé –precisa Confcommercio – che la cassa integrazione attivabile, sulla scorta dei provvedimenti emergenziali, debba essere di sostegno a imprese e lavoratori che aderiscano anche ai fondi di solidarietà bilaterali, in particolare al Fis, evitando sospensioni ‘dall’alto’ delle attività poiché, soprattutto nel terziario di mercato, si può passare paradossalmente dalla cassa integrazione per eventi climatici alla cassa integrazione per cessazione attività”.
Sugli interventi relativi alle modalità organizzative utili a fronteggiare l’emergenza, come il “lavoro agile”, “si deve tener conto, oltre delle mansioni compatibili, di come nel mondo dei servizi e del relativo indotto possa essere oggettivamente controproducente in questo periodo e dunque contribuire alla desertificazione dei luoghi di lavoro e delle città, con possibili danni alle imprese da noi rappresentate. Siamo comunque disponibili a proseguire un confronto sulle misure più idonee da adottare, salvaguardando le specificità delle imprese che svolgono attività di servizio alla clientela”, conclude Confcommercio