Anche Confcommercio Matera prende parte alla campagna nazionale Confcommercio “Il futuro non (si) chiude”, una grande iniziativa con un duplice obiettivo di richiamare l’attenzione sulla drammatica situazione che stanno vivendo gli imprenditori dei settori più colpiti dalla pandemia – turismo, ristorazione, comparto culturale e ricreativo, abbigliamento, trasporti, professioni – e lanciare un messaggio forte sulla voglia di ripartire: consentire alle imprese, la cui attività è ancora ferma o drasticamente ridotta dalle restrizioni, di poter riaprire – laddove possibile – in sicurezza ed evitare così la chiusura definitiva e la perdita di posti di lavoro.
Il Futuro non (si) chiude, oltre ad essere un grido d’allarme diventa il claim di un’importante iniziativa di Confcommercio. Una grande campagna social nazionale caratterizzata da un forte impatto visivo ed emotivo, che coinvolge l’intero Sistema Confcommercio.
La campagna veicolata sui canali social di Confcommercio – con l’hashtag #ConfcommercioCè sarà la “cornice” entro la quale si svolgeranno iniziative di vario genere sui territori con l’obiettivo di informare in maniera capillare quali sono stati i reali danni alle imprese del terziario di mercato e rafforzare le richieste di Confcommercio al Governo per ristori più robusti, più inclusivi e più tempestivi.
Ad accompagnare lo slogan “Il Futuro non (si) chiude” saranno un video (visibile al seguente link https://youtu.be/NAZJpI9vUeo) e scatti fotografici d’autore dal forte impatto emotivo che mostrano, nel modo più realistico possibile, gli effetti della pandemia soprattutto nel commercio, nel turismo e nella cultura.
Nel 2020, infatti, secondo le stime dell’Ufficio Studi di Confcommercio, sono andati persi 160 miliardi di euro di Pil e quasi 130 miliardi di consumi e sono sparite dal mercato circa 300mila imprese del commercio non alimentare e dei servizi, di cui circa 240mila esclusivamente a causa della pandemia, e 200mila attività professionali. Tra i settori più colpiti, la ristorazione con perdite di fatturato pari a 38 miliardi, la filiera del turismo con una perdita di valore della produzione di 100 miliardi (oltre 13 miliardi di fatturato in meno solo nel comparto ricettivo), il settore abbigliamento e calzature con 20 miliardi di consumi in meno e il comparto culturale e ricreativo dove, tra cinema e spettacoli dal vivo (musica, teatro, lirica, danza), le perdite hanno superato 1 miliardo.
La campagna parte proprio da questi drammatici numeri per evidenziare la necessità e l’urgenza di mettere il sistema in condizione di ripartire in sicurezza attraverso strategie che consentano di far convivere salute e lavoro.
Le priorità per uscire il prima possibile dal tunnel del Covid-19 e salvare le imprese che rischiano di chiudere sono due: contrasto alla pandemia e difesa del tessuto produttivo per farlo giungere “vivo” e reattivo fino al momento della ripartenza.
Sul primo punto bisogna accelerare il più possibile i tempi della campagna di vaccinazione evitando, però, l’adozione di strategie di contrasto dell’epidemia incentrate su lockdown e limitazioni di circolazione che sono economicamente e socialmente insostenibili. Quello che serve è una strategia articolata che consenta un salto di qualità per far convivere salute e lavoro e mettere, quindi, il sistema in condizione di ripartire subito e in sicurezza. Come, peraltro, stanno dimostrando le attività rimaste aperte osservando tutte le regole e i protocolli di sicurezza. Per Confcommercio è fondamentale poter riaprire e lavorare rispettando, naturalmente, tutte le regole e i protocolli di sicurezza a tutela della salute di tutti, imprenditori, collaboratori e consumatori.
La seconda priorità riguarda essenzialmente il nodo dei ristori e indennizzi e degli ammortizzatori sociali. Come già evidenziato, i settori economici rappresentati da Confcommercio sono quelli maggiormente colpiti dagli effetti della pandemia e dei conseguenti provvedimenti adottati.
Per questo, servono ristori più adeguati in termini di risorse, più inclusivi in termini di parametri d’accesso, più tempestivi in termini di meccanismi operativi. Una misura che dovrà essere accompagnata anche da interventi per ridurre o azzerare la pressione di imposte e tributi locali nei confronti delle imprese rimaste chiuse o fortemente penalizzate per i vari lockdown.
Sul versante degli ammortizzatori sociali occorre una riforma strutturale di questo strumento e una ampia proroga della Cassa Covid-19.
Mar 25