Anche Matera tra le città italiane oggetto dell’analisi realizzata da Confcommercio sulla demografia degli esercizi commerciali e delle attività di alloggio e ristorazione tra centri storici e le altre aree comunali.
L’analisi realizzato dall’Ufficio Studi di Confcommercio, in collaborazione con il Centro Studi delle Camere di Commercio Guglielmo Tagliacarne, relativa all’ Osservatorio della demografia d’impresa nelle città italiane e nei centri storici, finalizzata ad analizzare l’andamento della demografia delle imprese nelle città italiane è di monitorare nel tempo l’andamento degli esercizi commerciali e delle attività di alloggio e ristorazione, osservando come gli aggregati si muovono nei centri storici rispetto al resto delle aree comunali, ha valutato anche l’andamento degli ultimi dieci anni riferito alla città di Matera.
L’analisi riporta i dati aggiornati sull’evoluzione commerciale nelle città dal 2012 ad oggi e riguarda i dati dei 120 comuni medio-grandi italiani (regione per regione), di cui 110 capoluoghi di provincia e 10 comuni non capoluoghi di media dimensione. Le imprese sono state suddivise in base alla location della propria attività in centro storico e resto del territorio comunale.
Negli ultimi 10 la citta di Matera ha registrato una riduzione della presenza di attività relative al commercio al dettaglio di circa il 6% nel centro storico e di quasi del 15% nel resto dell’area comunale.
Tale andamento negativo relativo al centro storico si è registrato soprattutto per le attività relative a prodotti per uso domestico in esercizi specializzati (quali articoli per la casa, quali tessili, ferramenta, tappeti, forniture elettriche o mobili), attività di articoli culturali e ricreativi (quali libri, giornali, registrazioni musicali e video, articoli sportivi, giochi e giocattoli), attività relative alla vendita di prodotti in esercizi specializzati (quali articoli di abbigliamento, calzature ed articoli in pelle, cosmetici e articoli di profumeria, fiori e piante, piccoli animali domestici e alimenti per animali, gioiellerie, mobili per ufficio, negozi di ottica e fotografia e altri prodotti non alimentari) attività legate alla distribuzione di carburante, ed esercizi non specializzati ( che include la vendita al dettaglio di diverse tipologie di prodotti presenti all’interno di uno stesso esercizio di medie e grandi dimensioni, come supermercati, iper, discount, grandi magazzini). Di contro il centro storico della nostra città ha visto negli ultimi 10 anni l’incremento di attività di vendita di prodotti alimentari e di bevande, di attività informatiche e telecomunicazioni, di farmacie, di vendita ambulante e di attività di vendita al dettaglio fuori dal negozio (tramite corrispondenza, via internet, porta a porta, distributori automatici, ecc).
Il trend negativo legato al alla presenza di attività di vendita al dettaglio ha caratterizzato anche il resto della città che non sia centro storico, ha visto il venir meno di attività relative ad esercizi non specializzati, (che include la vendita al dettaglio di diverse tipologie di prodotti presenti all’interno di uno stesso esercizio di medie e grandi dimensioni, come supermercati, iper, discount, grandi magazzini), attività di distribuzione di carburante, attività informatiche e di telecomunicazione, attività relative ai prodotti per uso domestico in esercizi specializzati (quali articoli per la casa, quali tessili, ferramenta, tappeti, forniture elettriche o mobili), attività di articoli culturali e ricreativi ( quali libri, giornali, registrazioni musicali e video, articoli sportivi, giochi e giocattoli), attività relative alla vendita di prodotti in esercizi specializzati (quali articoli di abbigliamento, calzature ed articoli in pelle, cosmetici e articoli di profumeria, fiori e piante, piccoli animali domestici e alimenti per animali, gioiellerie, mobili per ufficio, negozi di ottica e fotografia e altri prodotti non alimentari) ed attività di commercio ambulante. Accanto a tale trend negativo l’area della città non rientrante nel centro storico ha registrato comunque un aumento di attività di farmacie, di tabacchi, di commercio al dettaglio fuori dal negozio (tramite corrispondenza, via internet, porta a porta, distributori automatici, ecc) e di attività di vendita di prodotti alimentari e bevande.
Nei 10 anni analizzati dallo studio in oggetto, si evince come invece vi sia stato un aumento significativo della attività legate al turismo, in particolare nel settore della ricettività e dei bar e ristoranti, sia nel centro storico che nelle altre arre della città di Matera.
Tra il 2012 ed il 2022, le attività del settore ricettivo presenti nel centro storico sono aumentate di quasi il 450% e del 360% quelle fuori dal centro storico. Crescita relativa alle strutture alberghiere tradizionali, ma soprattutto alle extra-alberghiere quali case per le vacanze, affittacamere per brevi soggiorni, bed and breakfast, residence.
Il trend positivo caratterizza anche le attività di bar e ristoranti che negli ultimi 10 anni hanno visto una crescita nella nostra città del 22% nel centro storico e del 21% nel resto della città.
Le conseguenze delle due crisi economiche legate al periodo pandemico ed alla crisi energetica sembrano enfatizzare i trend di riduzione della densità commerciale già presenti prima di tali shock, ed il fenomeno non può che destare preoccupazione. La riduzione delle attività commerciali e la crescita dell’offerta turistica evidenziano che i settori che hanno tenuto o che stavano crescendo crescono ancora, quelli in declino hanno risentito in maniera più forte delle difficoltà economiche. Bisogna sostenere le imprese e aiutarle a uscire definitivamente dalla crisi, per aumentare la qualità della vita delle città e renderle più attrattive per i turisti.