A pochi giorni dall’appuntamento con il pagamento della Tasi meno di tre imprese del terziario su dieci sono a conoscenza dell’importo da versare e oltre il 60% registra un aumento dei costi burocratici per fare fronte a questo obbligo, tanto che quasi un’impresa su due paghera’ la Tasi con difficolta’; per oltre un terzo delle imprese, inoltre, si tratta di un’imposta iniqua perche’ l’importo da pagare non e’ commisurato alla qualita’ dei servizi ricevuti da parte del proprio Comune; piu’ in generale, comunque, le difficolta’ in cui si troveranno la maggior parte delle imprese derivano non solo dall’entita’ degli importi da pagare (per il 74,3%) ma anche per l’ingorgo generato da molte scadenze concentrate nell’ultimo periodo dell’anno (64,8%). Questi, in sintesi, i principali risultati che emergono dall’indagine ”L’autunno del fisco”, realizzata da Confcommercio-Imprese per l’Italia in collaborazione con Format Ricerche.
“L’abbiamo chiamato l’ingorgo fiscale d’autunno – spiega Fausto De Mare presidente Confcommercio Imprese per l’Italia Potenza – perchè le imprese italiane saranno chiamate a pagare nei mesi di ottobre, novembre e dicembre, vale a dire nei prossimi 70 giorni, imposte vecchie e nuove (TARI, TASI, l’IMU nella sua nuova formulazione). Le imprese più in difficoltà – riferisce – sono risultate quelle di dimensioni minori: le microimprese, le imprese che hanno sedi in comuni diversi e quelle che utilizzano immobili di proprietà per l’esercizio della propria attività, le imprese del Mezzogiorno e quindi quelle lucane”.
Oltre alla Tasi e ad altri tributi si dovra’ pagare anche la Tari, la nuova imposta sui rifiuti che, per la maggior parte delle imprese, a causa soprattutto della complessita’ e dell’incertezza (il 70% non ha ancora ricevuto i bollettini precompilati da parte del proprio Comune), presenta adempimenti amministrativi eccessivamente onerosi; come per la Tasi, anche in questo caso l’importo da pagare non e’ ritenuto equo dalla stragrande maggioranza delle imprese (quasi l’86%) e la sua introduzione comportera’ per 1 impresa su 4 un aggravio di oltre il 100% in piu’ rispetto a quanto si pagava prima. A questo proposito, fino al momento di svolgimento delle interviste quasi il 70% delle imprese del terziario non aveva ancora ricevuto i bollettini precompilati per capire quanto e come pagare la TARI e che avrebbero dovuto essere spediti da parte delle amministrazioni dei comuni nei quali si trovano le imprese stesse. L’85,9% delle imprese non ritiene equa l’entità dell’importo che saranno chiamate a pagare per la TARI (percentuale che arriva quasi al 100% per quelle turistiche) ed il 75% si attende un aumento degli importi da pagare con la TARI rispetto alla situazione precedente.
Insomma, secondo Confcommercio, ”il peso e la complessita’ del fisco sulle imprese, soprattutto quelle del terziario di mercato, non accennano a diminuire e l’aumento della pressione fiscale, avvertito negli ultimi due anni dalla quasi totalita’ delle imprese, nell’80% dei casi ha inciso negativamente sulla loro crescita limitandone la possibilita’ di fare investimenti e nuove assunzioni. Si tratta di un dato molto alto al quale fa riscontro la percentuale delle imprese, altrettanto alta, che ha denunciato le difficoltà crescenti nel riuscire a fare fronte al peso della pressione fiscale dal punto di vista finanziario: si tratta del 94,1%. Più nel dettaglio il 48,8% delle imprese è riuscita a pagare le tasse negli ultimi due anni, ma con qualche difficoltà, il 32,2% è riuscita a pagarle, ma con molto difficoltà, mentre il 5,9% qualche volta non è riuscita a fare fronte al pagamento”.