Nel confronto tra luglio 2021 e luglio 2022 la bolletta di elettricità è aumentata considerevolmente per tutti i principali comparti del terziario: settore alberghiero (+55.000€), ristoranti (+8.000€), bar (+4.000€), negozi di generi alimentari (+18.000€) e negozi non alimentari (+4.000€). Altrettanto significativi gli incrementi della spesa annua per il gas – sempre nel confronto tra luglio 2021 e luglio 2022 – sia per il settore alberghiero (+15.000€) che per i ristoranti (+6.000€). Anche i bar, i negozi di generi alimentari (e non) sono stati colpiti dal “caro gas”, il cui rincaro annuale è pari a un valore che si aggira tra il +120% e il +130%. E’ quanto emerge dall’Osservatorio Confcommercio Energia, analisi trimestrale realizzata in collaborazione con Nomisma Energia.
I dati – sottolinea Confcommercio – confermano che, nonostante l’apparente stabilizzazione dei prezzi energetici, il costo dell’energia e dei carburanti continua a pesare enormemente sui bilanci delle imprese del terziario ed è destinato a crescere ulteriormente a seguito delle recenti, nuove restrizioni nelle forniture di gas dalla Russia. Inoltre grava sul terziario il trasporto merci: tra febbraio 2020 e giugno 2022, la spesa annuale in carburanti per un autocarro con portata uguale o superiore a 7,5 tonnellate è aumentata del 43% (per un totale di circa 55.600 €/anno), mentre un autocarro con portata inferiore a 7,5 tonnellate ha invece incrementato le sue spese in carburante del 35% (per un totale di circa 25.000 €/anno). Anche i veicoli commerciali hanno visto salire di oltre 1/3 le spese del carburante: a 8.200 €/anno i mezzi inferiori alle 3,5 tonnellate e a 8.900 €/anno quelli con portata uguale o superiore a 3,5 tonnellate.
“Il decreto legge approvato dal Governo per prorogare l’abbattimento parziale degli aumenti delle bollette di elettricità e gas e carburanti –sottolinea la nota a firma del presidente Fausto De Mare – non è ancora sufficiente a risolvere in maniera duratura e strutturale i nodi che attanagliano il nostro sistema energetico”. Come evidenzia efficacemente il presidente Carlo Sangalli Il caro energia sta diventando l’emergenza prioritaria per le ripercussioni sulle imprese del terziario e sull’inflazione. Serve una risposta europea per contrastare questi rincari e introdurre un tetto al prezzo del gas. Ed è necessario che il Governo rinnovi e rafforzi i crediti d’imposta per le imprese non “energivore” e non “gasivore” e riduca gli oneri generali di sistema e le accise sui carburanti”.
Secondo Confcommercio, “occorre affrontare, innanzitutto, il tema della dipendenza dalle forniture estere che rende l’Italia intrinsecamente più vulnerabile e soggetta a forti oscillazioni dei prezzi delle commodities. Ma occorre anche risolvere i limiti dell’attuale configurazione del sistema di prelievo che, ancora oggi, pone a carico degli utenti finali il costo degli oneri generali di sistema, ovvero degli incentivi economici alla produzione da fonti rinnovabili, alla cogenerazione, alle industrie energivore ed i costi fissi connessi, tra l’altro, allo smantellamento delle centrali elettronucleari dismesse”. “Tali oneri devono essere progressivamente espunti dalla bolletta elettrica utilizzando, a copertura dei costi, anche parte del gettito derivante della vendita delle quote di emissione di CO2 che confluisce nel bilancio dello Stato”. “Occorre poi – sottolinea Confcommercio – riformare la fiscalità, prevedendo una riduzione strutturale dell’imposta sul valore aggiunto e delle accise, eliminando anche l’applicazione dell’Iva sulle accise. Servono infine misure regolatorie che assicurino mercati concorrenziali, prezzi accessibili, sostenibilità ambientale e sociale degli investimenti e sicurezza dell’approvvigionamento, realizzando un modello di transizione energetica che consenta di coniugare innovazione tecnologica, rispetto dell’ambiente e benefici occupazionali ed economici per cittadini ed imprese”.