In meno di 48 ore una cinquantina di camere di uno degli alberghi tra Villa d’Agri e Viggiano che ospita da anni personale Eni e di ditte dell’indotto sono state abbandonate in fretta con una fuga che non ha precedenti in Val d’Agri. Per ora solo disdette ma senza indicare una presumibile data di ritorno. E’ purtroppo solo il primo e il più evidente contraccolpo della decisione dell’Eni di fermare del tutto le attività del Centro Oli di Viggiano.
La Confcommercio Imprese Italia Potenza – che nei giorni scorsi attraverso Michele Tropiano, Federalberghi-Confcommercio ed albergatore a Viggiano aveva lanciato un primo grido d’allarme sugli effetti negativi sul turismo della campagna mediatica delle inchieste – sta monitorando con attenzione e ora per ora l’evoluzione della situazione che riguarda l’intera economia locale. Questa volta non parliamo di famiglie pugliesi che non vengono più per il fine settimana allarmate dalle notizie su inquinamento e persino sui nostri prodotti alimentari di qualità e salubrità accertate. Siamo preoccupati – afferma Fausto De Mare presidente Confcommercio – perchè, a differenza dei lavoratori diretti o dell’indotto del comparto petrolio, i titolari di alberghi, strutture ricettive, ristoranti, attività commerciali e di servizi, come è noto, non possono essere tutelati con la cassa integrazione. Molte piccole imprese hanno investito in questa area, da Villa D’Agri,a Viggiano, Grumento, ecc. per le attività dell’Eni e per garantire servizi al personale che lavora. Sono nate piccole attività, anche da parte di giovani e donne stanchi di restare a casa o di andare via, che adesso sono messe a serio rischio se la situazione non si sblocca in tempi rapidi. Ci sono piccole imprese che si sono caratterizzare per innovazione, creatività, qualità di produzioni nei vari campi di attività al punto che Villa d’Agri torna ad essere richiamo di utenza persino eextraregionale. E’ questo – aggiunge De Mare – il “fortissimo strappo economico” da scongiurare di cui parla il sindaco di Viggiano. Sarebbe un paradosso: da una parte si insiste che bisogna sostenere l’occupazione per garantire i consumi e la produzione, bisogna sostenere le piccole e medie imprese per garantire reddito e occupazione e dall’altra si ferma l’economia di un intero comprensorio.
A Villa d’Agri e nei centri della valle – dove i commercianti sono stati in prima linea nella battaglia per l’ospedale, anch’esso un presidio per la salute e per l’economia locale – si guarda con apprensione ai tempi richiesti per il pronunciamento della Suprema Corte a cui si è rivolta l’Eni. E’ cominciata una sorta di conto alla rovescia per verificare quanto tempo alberghi, ristoranti, negozi possono restare vuoti senza clienti.
Apr 17