L’impegno ad uno sviluppo sostenibile ed alla tutela dell’identità territoriale delle risorse agroalimentari, nella direzione di favorire la diffusione di cibo sano senza danneggiare le risorse idriche e la biodiversità e per ridurre le disuguaglianze all’interno delle città, che ospitano la maggior parte della popolazione, è stato ribadito da Confesercenti all’Expo con la firma della Carta di Milano.
“Per noi – commenta Prospero Cassino, presidente Confesercenti Potenza – il significato è particolare, tenuto conto che in media in provincia di Potenza ci sono 18esercizi alimentari ogni 10mila abitanti, con una media più alta di quella nazionale (15,5). In una fase di grande problematicità per i consumi dunque gli esercizi alimentari di vicinato sono quelli che nello spirito della Carta di Milano già oggi garantiscono uno sbocco al mercato alle piccole produzioni tipiche, escluse dai grandi circuiti commerciali, e forniscono un servizio a tutte le fasce di popolazione, anche a quelle con maggior disagio insediativo e sociale”. “Un aspetto importante – continua – del messaggio lanciato dagli alimentaristi Fiesa Confesercenti anche in occasione di Expo è proprio quello della inclusività: gli esercizi di vicinato alimentare, con il loro presidio territoriale, garantiscono accesso al cibo anche in quelle aree poco attraenti per i grandi gruppi distributivi. L’impegno che rinnova Confesercenti è quello di rafforzare la mission di servizio a favore dei consumatori, soprattutto nelle aree abitative minori, e di contrasto allo spreco alimentare”. “Ed è intento della nostra associazione – aggiunge Cassino – continuare proprio a valorizzare i piccoli negozi di vicinato che posseggono professionalità riconosciuta e sono riferimento enogastronomico della città, esprimendo un servizio eccellente ai consumatori (con consegne, informazioni dietetiche e salutistiche, orientamento e consulenza al consumo e alla preparazione) con forti capacità innovative. Crediamo sia importantissimo, specialmente in questi momenti, fornire sostegno alla professionalità degli operatori della distribuzione commerciale alimentare specializzata e rilanciare i sistemi territoriali, intesi come contenitori naturali di vita quotidiana che va salvaguardata, mantenuta e curata, attraverso il coinvolgimento degli operatori”.
Tra le priorità per fronteggiare la situazione critica in cui si trovano a sopravvivere i negozi alimentari – per la Confesercenti – c’è poi quella della razionalizzazione della filiera e la parificazione dei trattamenti fiscali in materia di vendita dei prodotti alimentari tra vendita diretta agricola e vendita negli esercizi di vicinato, superando così un’anacronistica e scandalosa disparità di trattamento che genera equivoci e rendite di posizione.
“Si tratta soltanto di alcune delle proposte – sottolinea il presidente di Confesercenti – ma che rappresentano gli interventi più urgenti da mettere in campo per arginare quella che sta diventando una vera strage tra gli esercizi di vicinato. I piccoli negozi che spesso caratterizzano i centri storici stanno perdendo la loro battaglia contro i giganti della grande distribuzione organizzata. Gli ipermercati ed i centri commerciali – ha concluso – hanno invaso le periferie e l’hinterland dei comuni garantendo ai consumatori un’offerta a condizioni di concorrenza spesso scorretta e sempre insostenibile da parte dei piccoli esercizi che sono così costretti ad arrendersi sempre più spesso”.