Parte ancora sotto il segno dell’incertezza la stagione dei saldi 2018 nonostante sia particolarmente elevata l’adesione di negozianti e consumatori. Interesse top tra i clienti: circa un italiano su due (il 47%) ha già deciso che approfitterà dell’occasione per fare almeno un acquisto, valutando di investire, mediamente, 150 euro a persona. E’ quanto emerge dall’indagine sui saldi invernali condotta da Confesercenti in collaborazione con SWG su un campione di 600 commercianti e 1.500 consumatori.
“Quest’anno gli sconti di partenza saranno più alti della media, ed i saldi invernali somiglieranno un blackfriday ‘sotto casa’, solo più accessibile e di maggiore durata”, spiega Roberto Manzoni, Presidente di Fismo Confesercenti. “E in più con tutti i vantaggi del negozio tradizionale: conoscere i prodotti ed essere conosciuti dal commerciante, con cui si costruisce un rapporto di fiducia, e poter valutare toccando con mano i prodotti da acquistare. Un’occasione di risparmio per i consumatori, ma anche di vendita per le imprese, che cercano l’inversione di tendenza dopo l’ennesimo anno fiacco. Anche le vendite di Natale, seppure positive, sono state sotto le attese. E senza una ripresa sostenuta, il settore del commercio moda continua a soffrire: nel 2017 sono spariti altri 2.400 negozi, più di 6 al giorno”.
I consumatori. Oltre al 47% di italiani che hanno già deciso di partecipare ai saldi, c’è anche un altro 41% di nostri concittadini che valuterà le occasioni di risparmio prima di decidere se acquistare o meno. L’aumento di interesse dei consumatori nei confronti dei saldi viene confermato dalle intenzioni di spesa: chi ha già deciso di acquistare prevede in media un budget di 150 euro a persona, e l’86% si dice pronto a spendere come o più dello scorso anno.
Si cercheranno, in particolare, calzature: un nuovo paio di scarpe è l’acquisto in saldo più desiderato dagli italiani, indicato dal 28%. Seguono i prodotti di maglieria, preferenza per il 22% di chi partecipa ai saldi, ed i pantaloni (14%). Alto l’interesse anche per i prodotti tessili e moda per la casa (9%) e per i capispalla, come giubbotti e giacconi, ricercati dal 7% dei consumatori.
I negozi. Complessivamente, aderirà ai prossimi saldi una su tre delle oltre 800mila attività commerciali italiane. Quest’anno sarà particolarmente alto lo sconto medio di partenza: il 56% dei negozi partirà con il 30%, mentre il resto praticherà riduzioni iniziali ancora più sostanziose, comprese tra il 40 ed il 50% del prezzo di cartellino. Riduzioni più sostanziose del normale per sopperire ad un anno che, per il commercio moda, è stato ancora fiacco. Il 22% dei negozianti ha registrato durante l’anno una flessione delle vendite sull’anno precedente, contro un 18% che le ha viste crescere. Per sei negozi su dieci, invece, sono rimaste sostanzialmente stabili sullo scorso anno. E ancora molto lontane, dunque, dai livelli pre-crisi.
Sofferenze. Lo stato di persistente sofferenza del settore risulta evidente dalle tante chiusure registrate durante l’anno: secondo le stime dell’Osservatorio Confesercenti, in provincia di Potenza le attività commerciali attive al terzo trimestre dello scorso anno sono 7.997 di cui 5.193 sono esercizi al dettaglio con una cessazione che lo scorso anno è variata tra le 50 e le 65 unità a trimestre. Regge il turnover – commenta Giorgio Lamorgese, presidente Confesercenti Potenza – vale a dire i negozi che “rimpiazzano” quelli che abbassano le saracinesche con una media tra le 40 e le 45 matricole ogni tre mesi. E’ un fenomeno che ha bisogno di monitoraggio attento perché specie nei centri storici non fa bene alla piccola impresa e all’economia cittadina. Si tratta di verificare i generi merceologici per non far correre il rischio di concenti delusioni ai nostri giovani che intendono avviare un’impresa propria.