“Dopo il calo di Natale, i super-sconti non sono bastati a far riprendere le vendite. I saldi invernali non sfuggono all’andamento generale dei consumi: nonostante l’aumento dello sconto praticato dagli esercenti, quest’anno mediamente intorno al 40%, le vendite hanno ottenuto una ripresa a macchia di leopardo sul territorio regionale ma comunque complessivamente negativa in quanto decisamente al di sotto delle aspettative degli esercenti”. E’ questo il primo bilancio sull’andamento dei saldi invernali 2013, tracciato da Fismo-Confesercenti, l’associazione di categoria degli esercenti della filiera dell’abbigliamento.
Secondo i dati raccolti a campione nei due capoluoghi e in una dozzina di comuni, tra medi e piccoli, i clienti hanno comunque fatto acquisti di minore valore: lo scontrino medio si è attestato sui 70 euro (il 20% in meno rispetto allo scorso anno) per il 70% dei negozi. Nell’intero periodo dei saldi, sembrano aver tenuto solo gli accessori e l’abbigliamento per bambini.
“Siamo di fronte ad un’ ennesima dimostrazione delle grandi difficoltà in cui versa il Paese che fanno crescere in modo preoccupante il disagio sociale ed economico. Un disagio che va gestito con un urgente piano di ripresa economica”: è il commento della Confesercenti della provincia di Potenza.
“ C’è un’ecatombe di imprese che continua e che richiede interventi forti per frenare questa drammatica tendenza. Il confronto sul futuro della nostra economia, però, può esser produttivo solo con un Parlamento ed un Governo stabili, che siano in grado di operare per rilanciare la crescita, per favorire la coesione sociale, per stabilizzare le imprese ed il lavoro.
Il recente responso uscito dalle urne va, al contrario, in un’altra direzione: quella della incertezza e dell’instabilità. Confusione ed incertezza hanno già favorito la dispersione del voto e questo consiglia di pensare a regole più stringenti per il futuro attraverso una nuova legge elettorale.
Governare sarà difficile: ma nessuno pensi di risolvere con nuovi prelievi fiscali in un momento in cui è indispensabile che il fisco faccia significativi passi indietro. Proponiamo la ricetta – è scritto nella nota Confesercenti – da noi avanzata prima del voto ai leader politici: procedere a rilevanti tagli della spesa, da destinare all’abbattimento della pressione fiscale che grava su Pmi e famiglie. Questa è la via giusta per favorire gli investimenti e l’occupazione da parte delle imprese e maggiori consumi dalle famiglie.
Nessuno può ignorare che il voto delle recenti elezioni politiche ci affida un preciso segnale, quello del cambiamento, con i vecchi schemi della rappresentanza che saltano in aria. Il voto non si divide più per appartenenza, ideologia, promesse. E sono soprattutto i giovani quelli che rifiutano questi schemi, perché non danno loro speranza. Di conseguenza non si può più tergiversare: il Paese non ne può più e la cosa peggiore che si può fare è lasciarlo nel 2013 ancora in balia della crisi. Occorre una svolta, profonda, reale e capace di ridare fiducia alle imprese e alle famiglie”.
Come mai?
sono dinamiche a noi sconosciute