“Per chi come noi, da oltre un paio di anni, ha messo in piedi il “menù della terza settimana”, iniziativa con prodotti alimentari a prezzo contenuto sino a proporre al consumatore un pasto completo a soli 5 euro, con l’obiettivo di venire incontro alle crescenti difficoltà delle famiglie lucane, i dati diffusi oggi dall’Istituto di Statistica confermano un terrificante impoverimento delle famiglie dei lavoratori dipendenti come quelle dei lavoratori autonomi, e suonano come un monito severo per l’anno in corso”. A sostenerlo è il presidente provinciale di Potenza della Confesercenti Prospero Cassino che aggiunge: “i dati Istat rinnovano le tinte sempre più fosche sulle prospettive del Paese. Nel 2012 calano la propensione al risparmio (-0,5%) e il potere d’acquisto, che registra un cedimento vistoso del -4,8%. Soprattutto crolla (-2,1%) la quantità di reddito disponibile delle famiglie italiane, fattore che incide inevitabilmente sui primi due dati. Un reddito che diminuisce non solo per un generale clima di difficoltà, ma anche a causa di una politica economica che non ha saputo tagliare la spesa come si poteva e doveva fare, utilizzando invece la leva fiscale come una clava su imprese e famiglie. Non va dimenticato che il mix infernale di crisi e aumenti fiscali ha prodotto risultati pesantissimi: nel 2012 hanno chiuso più di mille imprese al giorno, con più di 120mila tra imprenditori e collaboratori familiari andati a ingrossare le fila dei disoccupati. Con una disoccupazione così alta e gli ulteriori esborsi fiscali in arrivo nel 2013 (10 miliardi aggiuntivi di imposte) le previsioni sul reddito disponibile delle famiglie nel corso dell’anno non sono rosee nonostante che il probabile calo della inflazione”.
Secondo Cassino “la dichiarazione del Presidente De Filippo che di fatto “smaschera” il tentativo del Governo di sbloccare i pagamenti alle imprese, al punto che nemmeno un centesimo sarà erogato, non può che preoccuparci per l’annunciata impossibilità della Regione a far fronte ai debiti se non per una cifra tra i 15-16 milioni di euro. Bisogna insistere sui tagli alla spesa improduttiva per ridurre le tasse alle famiglie ed alle aziende. Il rischio è che, continuando sulla strada della sola austerity, il Paese si indebolisca al punto da non riuscire più a imboccare la via della crescita. Si cambi passo, altrimenti il Paese rischia di non uscire più dalla crisi, imboccando una spirale che ci porterà a una perdita strutturale di ricchezza e di lavoro”.
Nota di UIl- UIL-PA Basilicata su Pubblico Impiego: i dipendenti pubblici si sono impoveriti
“Anche l’Aran (l’Agenzia per la contrattazione nel Pubblico Impiego) testimonia che i lavoratori pubblici, ossatura del ceto medio, da sempre considerato “privilegiato” rispetto alle altre categorie di lavoratori dipendenti, specie dell’industria, si sono impoveriti. Nonostante i luoghi comuni, infatti, l’Aran e il Ministero della Funzione Pubblica dichiarano che nel 2011 vi è stata una notevole riduzione nella spesa complessiva nella Pubblica Amministrazione. E’ il primo calo – sottolinea l’Aran – dopo 31 anni di crescita ininterrotta. Nel 2012 le anticipazioni evidenziano un ulteriore calo della spesa del 2,3% e la spesa è prevista in calo anche per il 2013.
Il calo della spesa complessiva sostenuto dalla Pubblica amministrazione per pagare le retribuzioni e’ stato possibile, come sottolinea l’Aran senza alcun ricorso a “fronzoli, grazie alle misure di contenimento varate negli ultimi anni, in particolare il blocco dei contratti e i vincoli al turnover che stabiliscono che si possa assumere nel limite del 20% del personale uscito e della spesa per questo personale. Dunque, i dipendenti pubblici sono diminuiti dal 2006 al 2011 di oltre 230 mila unità e nei cinque anni considerati gli occupati della Pubblica amministrazione sono diminuiti di oltre il 6% e un ulteriore calo di circa un punto è atteso per il 2012.
Le retribuzioni dei dipendenti pubblici sono diminuite nel 2011 dello 0,8% rispetto al 2010. Cosa che si accentuerà nel resoconto del 2012 e del 2013 in quanto il blocco del turn over, il blocco dei contratti nazionali, il congelamento delle risorse per il salario accessorio e gli scatti di anzianità oltre al blocco delle spese per le missioni, continueranno a far contrarre la spesa.
Ancora una volta hanno pagato solo i lavoratori pubblici. Nessuno quantifica quante risorse si sarebbero potute risparmiare con la lotta agli sprechi, con la lotta alla corruzione, con l’eliminazione delle consulenze. Nel 2013, inoltre, se non si prenderanno provvedimenti, 350.000 lavoratori precari non vedranno rinnovarsi il contratto di lavoro. Senza contare che, in questo modo, si riducono i servizi dell’amministrazione con grave danno per i cittadini. Se veramente si vuole riorganizzare la macchina amministrativa, come si sostiene, bisogna incominciare a valorizzare chi ci lavora, dando loro pieno riconoscimento dei propri diritti a partire da un salario adeguato ai tempi, ripristinando il diritto ad avere un contratto e un posto di lavoro stabile e duraturo”.
Apr 09