Gli ultimi decreti a firma del Prefetto Giuseppe Caruso, direttore dell’Agenzia che si occupa della destinazione dei beni confiscati alla criminalità organizzata, risalgono al 2011 e riguardano in Basilicata un immobile a Matera e un’unità immobiliare a destinazione commerciale ed industriale a Palazzo San Gervasio. In totale, secondo i dati più aggiornati, sono 14 le proprietà confiscate alla mafia nella nostra regione, di cui 11 in provincia di Matera e 3 in quella di Potenza. Questa la situazione ricostruita dai dati dell’Agenzia nazionale: Matera – due immobili sono in gestione, cinque consegnati, uno destinato non consegnato, due aziende in gestione, una uscita dalla gestione; Potenza, due immobili destinati consegnati e uno destinato non consegnato.
“Sono dati – commenta Maria Luisa Cantisani, segretaria regionale IdV – che motivano sufficientemente la campagna promossa a livello nazionale dal nostro partito con la raccolta di firme a sostegno della proposta di legge d’iniziativa popolare sui beni confiscati alla mafia. In sintesi, rivendichiamo legalità, rispetto della giustizia e giusta considerazione dei diritti dei cittadini. Chiediamo al governo italiano di prendere in considerazione la nostra proposta di Legge e siamo sicuri che solo in questo modo lo Stato potrà rimettere in cassa quasi ottanta miliardi di euro, una cifra enorme pari quasi ad una Finanziaria”.
“Una enorme quantità di denaro diventato pubblico, senza contare i beni immobili, utile da reinvestire nel comparto sociale, o – evidenzia il segretario nazionale Ignazio Messina – con altre finalità che sarà l’attuale Governo a decidere. Sappiamo bene – prosegue – che il Governo dovrà reperire le risorse finanziarie per attuare il piano di riforme e di interventi che ha annunciato. Per questo, ci chiediamo perché, invece di mettere le mani nelle tasche degli italiani già subissati di tasse, l’esecutivo non decida di utilizzare i proventi derivanti dalla vendita dei titoli di Stato confiscati alla mafia. Noi dell’ IdV -ha aggiunto Messina- riteniamo che si tratti di un procedimento semplicissimo che potrebbe essere attuato con facilità. Il fatto che fino ad oggi non sia voluto procedere in questo senso, mi fa riflettere sul fatto che, forse, non ci sia stata la volontà di volerlo fare. Noi, inoltre, chiediamo di istituire un albo dei beni confiscati, perché è assurdo che non si sappia quanti sono e che valore abbiano”. “Siamo felici – continua Messina – che un simbolo della lotta alla criminalità organizzata come Roberto Saviano abbia lanciato un appello al Governo al fine aggredire i patrimoni dei mafiosi”.
L’ultimo sequestro in Basilicata di beni alla mafia risale al 25 gennaio scorso, riguarda una sala ricevimenti di Venosa che apparteneva alla cosca dei Mangione-Matera-Gigante, già sottoposta ad arresti a raffica alla fine delle indagini della Direzione Distrettuale Antimafia di Bari e in attività anche in Basilicata.
“La nostra è una proposta chiara, precisa, realizzabile che a partire da oggi porteremo nei territori attraverso i nostri circoli – spiega Maria Luisa Cantisani. Si tratta infatti di affrontare concretamente i problemi reali della gente, opponendo ai facili populismi proposte fattive. Tra queste quella di monetizzare i beni confiscati al malaffare per ridare slancio alla parte sana del tessuto sociale”.