La Segreteria Regionale Confsal, guidata dal Segretario Gerardo De Grazia, condivide la preoccupazione espressa dal Segretario Nazionale della Confsal, Raffaele Margiotta, e ribadisce la sua decisa opposizione all’ulteriore collocamento in borsa di quote societarie gestite dallo Stato. “Con la vendita delle azioni del MEF,” dichiara Margiotta, “Lo Stato rischia di perdere il controllo della più grande azienda di servizi del paese, non potendo mantenere una quota sufficiente tramite Cassa Depositi e Prestiti. Da quasi due decenni, Poste Italiane genera profitti consistenti, che nel 2023 si avvicinano ai due miliardi di euro, beneficiando principalmente gli azionisti e, di conseguenza, anche lo Stato. “A fronte di 2/3 miliardi da incassare a breve, il Governo sembra cedere un patrimonio nazionale, privando il paese di un’azienda di primaria importanza nell’economia italiana e dei consistenti dividendi futuri. Abbiamo già in passato contrastato con successo tentativi di altri governi di monetizzare aziende strategiche, fondamentali per il paese e le sue imprese. Le notizie recenti ci mettono in allarme, spingendoci a sensibilizzare i 120 mila dipendenti e le loro famiglie sui potenziali rischi occupazionali e sui pericoli connessi all’acquisizione di Poste Italiane da parte di soggetti privati.”
Dello stesso avviso è il segretario territoriale di Confsal Comunicazioni Giuseppe Delle Cave. “Saremo vigili sull’argomento perché, soprattutto, nei piccoli paesi della nostra Basilicata, le Poste rappresentano un punto di riferimento in termini di servizi offerti.
Dobbiamo scongiurare che l’ingresso di eventuali privati nel gruppo Poste Italiane, possa portare a scelte dettate dal solo interesse economico”.