“Lo sconsiderato attacco del governo nazionale, regionale, delle imprese italiane e di alcune organizzazioni sindacali alla transizione verso l’elettrico si accompagna all’inadeguatezza storica del nostro Paese che in questo campo vuole rimanere marginale in Europa”. Lo afferma la segreteria generale della Fiom Cgil Basilicata Giorgia Calamita in riferimento all’accordo Stellantis allo stabilimento di Melfi che i metalmeccanici della Cgil lucana non hanno firmato.
“Mentre nel 2022 in Germania le vendite delle auto elettriche sono aumentate del 32% e nel Regno Unito del 40%, da noi – prosegue Calamita – le immatricolazioni sono scese del 27%, con una quota di mercato che in Germania è del 18%, nel Regno Unito del 17%, in Spagna del 13% contro il nostro 4%. Su scala mondiale, si osserva una crescita inarrestabile: nel 2022 hanno raggiunto il 13% del mercato (contro il 4% del 2020) con 10 milioni di auto vendute.
La rivoluzione della mobilità elettrica è partita, ora dobbiamo cavalcare l’onda altrimenti subiremo conseguenze per i nostri ritardi. Il governo italiano – aggiunge la segreteria generale – dovrebbe raccogliere le sfida e aiutare la riconversione delle imprese della
componentistica auto, che peraltro lavorano per il 60% per l’industria tedesca, invece di litigare sul 2035,
regalando vantaggi ad altri Paesi. Oggi c’è la necessità di avviare scelte coraggiose sul fronte industriale.
È questo, dunque, il momento giusto per mettere in atto una politica industriale automobilistica ambiziosa e strutturata.
Occorre che anche nel nostro paese si mettano da parte timidezze e scelte fuorvianti, agganciandoci alle
evoluzioni in atto in Europa e in molti altri paesi.
La FIOM CGIL – sottolinea Calamita – da tempo sostiene che la transizione porterà opportunità di rilancio importante nel nostro paese con investimenti che dovranno favorire questo processo garantendo l’occupazione. Bisogna realizzare piani d’investimento che il governo dovrà necessariamente concordare con le organizzazioni sindacali.
In questi giorni si raccontano bugie, come il fatto che la transizione porterà riduzione dell’occupazione
del 30%, per continuare ad agevolare le imprese come Stellantis a fare maggiori profitti riducendo i costi del lavoro, peggiorando le condizioni di lavoro, di salute e sicurezza e di salario delle lavoratrici e dei lavoratori.
Il disegno è chiaro ridurre gli occupati sulle linee di montaggio e sulle linee di produzione utilizzando l’alibi della transizione elettrica. Ecco perché si fanno accordi a favore delle imprese.
La FIOM – conclude – rappresenta solo ed esclusivamente gli interessi dei lavoratori ed è per questo che apre vertenze e firma accordi solo quando
ci sono garanzie e diritti. L’accordo di alcuni giorni fa a Melfi non pone nessuna garanzia per l’area industriale.
Ci mobiliteremo insieme ai lavoratori perché non ci siano impatti negativi di un accordo scellerato”.