“Quando l’agricoltura è visione e programmazione, non solo stanco e forzato utilizzo di risorse pubbliche, si generano nuove opportunità per la Basilicata e si attivano nuovi processi produttivi che inseriscono i nostri agricoltori e i nostri produttori nei circuiti nazionali della produzione agroalimentare. E, si sa, i frutti si raccolgono solo tempo dopo l’aver ben seminato, nel caso specifico nel 2018, anno in cui hanno realmente preso avvio le varie filiere – anche nazionali – dopo un grande lavoro da noi svolto insieme al Dipartimento. Peccato che il cofinanziamento regionale non si veda ancora per tutte le 16 filiere e le centinaia di aziende agricole lucane in attesa. Che vengano messe in bilancio le risorse previste.
Anche i polli lucani biologici, infatti, sono da tempo diventati realtà in Basilicata, con la filiera messa in campo a Irsina anche grazie all’importante sforzo profuso dall’amministrazione comunale: pollo bio allevato all’aperto senza uso di antibiotici e con alimentazione no Ogm, una eccellenza garantita dalla filiera integrata e 100% italiana del Gruppo Amadori. Il tutto nell’imbarazzante silenzio delle istituzioni regionali che a fronte di un nuovo comparto, nato dal nulla, dovrebbe almeno garantire un contesto favorevole. A partire dalla viabilità, a tratti distrutta e dalla fornitura di acqua, in alcuni casi non ancora attiva, che sta ritardando l’inizio attività in alcuni stabilimenti già pronti per partire.”
Lo dichiara il Consigliere Regionale Luca Braia, capogruppo Italia Viva.
“I polli bio sono un’altra nuova filiera che si aggiunge a quella del nocciolo lucano – prosegue Braia – che ha cominciato a consegnare prodotto a Ferrero oggi. Abbiamo notato come è stato facile comunicare oggi questo risultato per il governo regionale, che se lo ritrova senza letteralmente aver mosso un dito rispetto alla naturale evoluzione produttiva delle piante su territorio lucano. Gli impianti produttivi del nocciolo anch’essi introdotti nella nostra regione nel 2018, dopo a aver studiato per 12 mesi le possibilità di successo e redatto con Ismea, Ferreo e Alsia l’unica mappa vocazionale esistente per una coltura specifica in Basilicata. Modalità che da anni diciamo dovrebbe essere replicata per tutte le colture della nostra agricoltura.
Dopo lo scetticismo di molti e la resistenza burocratica di alcuni, abbiamo anche i primi 8 stabilimenti di allevamento di pollo bio nel territorio di Irsina, di cui 5 già attivi in Basilicata da quasi un anno. L’obiettivo è aumentare questo numero entro il 2023. La regione Basilicata deve fare in modo di garantire l’acqua a tutti gli stabilimenti e chiaramente agire sulla viabilità che li collega alla movimentazione logistica verso le altre regioni. Oltre che, come già ribadito, agire concretamente ed emettere gli atti per la parte di competenza regionale.
Il lavoro partito nel 2018 con il Gruppo Amadori, specialista nel settore avicolo e tra i principali leader nel settore agroalimentare italiano, è arrivato a compimento dopo un investimento di quasi 5 milioni di euro, in parte finanziato dal bando filiere nazionale, di cui si attende ancora il cofinanziamento regionale, che tarda ad essere erogato.
Innovazione, organizzazione, meccanizzazione, tecnologia, rappresentano il profilo dell’allevamento e del moderno allevatore lucano – conclude Luca Braia – integrato in un processo nuovo ma sostenibile e di qualità. Ritengo che il Governo Regionale di Basilicata, rispetto al sostegno dell’agroalimentare non debba perdere più tempo, i player anche nazionali continuano a scommettere sulla nostra terra e la Regione non può stare solo a guardare ma dovrebbe incentivare, costruire, programmare, agire.”
Nelle foto: uno degli stabilimenti di Irsina e la visita del consigliere Braia agli impianti Amadori