Riportiamo di seguito l’ordine del giorno presentato dai consiglieri Valerio Tramutoli, Francesco Giuzio, Pierluigi Smaldone, e altri aventi a oggetto: misure di prevenzione e contrasto verso la violenza e contro ogni forma di propaganda neofascista nel territorio di Potenza. Questo il testo:
“Il Consiglio comunale, preso atto:
della diffusione in Italia del fenomeno del neofascismo, del neonazismo, del razzismo, della xenofobia, del sessismo e della urgente necessità, quindi, di preservare la piena attuazione dei principi e dei valori della Costituzione nata dalla Resistenza, anche nell’ambito delle iniziative pubbliche che interessano la comunità locale;che, al riguardo, numerosi comuni italiani e lucani (tra i quali Brienza, Miglionico, Policoro, Sasso di Castalda, Tito, etc.) hanno già adottato concrete misure di contrasto;
constatato che è contrario ai principi costituzionali e quindi ai doveri dell’Amministrazione Comunale, lasciare spazio, sotto qualsiasi forma, a manifestazioni, associazioni ed organizzazioni dichiaratamente fasciste, naziste, razziste, xenofobe, sessiste ed antidemocratiche che, anche con l’esaltazione di forme di violenza, possono contribuire a creare sul territorio un pericoloso spirito di emulazione soprattutto nei settori meno informati della popolazione giovanile,
richiamati gli art. 2 e 3 della Costituzione della Repubblica Italiana, i quali prevedono, rispettivamente, che la Repubblica riconosce e garantisce i diritti inviolabili dell’uomo e che “tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge senza distinzioni;
vista la XII disposizione transitoria e finale della Costituzione stessa, la quale dispone che “è vietata la riorganizzazione, sotto qualsiasi forma del disciolto partito fascista”; la legge 20 giugno 1952, nr. 645, nota come legge “Scelba” e l’art. 1 del D.L. 26 aprile 1993, 122, convertito in legge 25 giugno 1993, nr. 205 (cosiddetta legge “Mancino”) contenente “Misure urgenti in materia di discriminazione razziale, etnica e religiosa” il quale dispone, tra l‘altro, che “…è vietata ogni organizzazione, associazione, movimento o gruppo avente tra i propri scopi l’incitamento alla discriminazione o alla violenza per motivi razziali, etnici, nazionali o religiosi”;
Ritenuto di adottare misure contro ogni manifestazione di discriminazione e di incitamento alla violenza nonché di riproposizione dell’ideologia fascista volte a impedire, secondo i mezzi e i limiti previsti dall’ordinamento e principalmente attraverso i Regolamenti Comunali, che le organizzazioni fasciste e/o neofasciste abbiano cittadinanza politica sul territorio, in particolare attraverso l’utilizzo di spazi pubblici;
delibera di approvare il seguente atto di indirizzo:
L’Amministrazione Comunale si impegna ad adeguare i Regolamenti Comunali che regolano i rapporti con i cittadini e le loro associazioni, di modo che “Spazi pubblici, immobili e/o sale di immobili istituzionali, di strutture comunali destinate ad attività sportive, teatrali, culturali, di spettacolo, e di rappresentanza non possano essere concessi, anche solo in via temporanea e/o occasionale, per lo svolgimento di conferenze, incontri e manifestazioni di qualsiasi natura, a quelle organizzazioni ed associazioni che direttamente si richiamino all’ideologia, ai linguaggi e rituali fascisti o alla loro simbologia, promuovano l’odio e la discriminazione su base razziale, etnico/religiosa o nazionale, anche con riferimento all’orientamento sessuale, alle opinioni politiche o anche solo rispetto a specifiche condizioni personali o sociali. I Regolamenti Comunali dovranno prevedere inoltre che le domande per la concessione di spazi ed aree pubbliche debbano contenere specifica dichiarazione con la quale il richiedente attesti di essere a conoscenza e di impegnarsi a rispettare e a far rispettare gli obblighi previsti da:la XII disposizione transitoria e finale della Costituzione italiana secondo la quale “è vietata la riorganizzazione sotto qualsiasi forma del disciolto partito fascista”l’art.3 della Costituzione Italiana la legge 20 giugno 1952. nr. 645il D.L..26 aprile 1993, nr. 122 convertito in legge 25gìugno 1993, nr. 205”Di invitare l’Amministrazione a predisporre con le Commissioni competenti, un piano d’azione coordinato rivolto agli adolescenti che, accanto ad una azione di educazione sentimentale e al rispetto delle differenze da concordare con le scuole e con il MIUR, si sostanzi anche nella individuazione e messa a disposizione di spazi autonomi di socializzazione, discussione e incontro che possano rappresentare una alternativa alle troppe opportunità di devianza (dall’alcool, alla droga, al gioco patologico, etc.) offerte da questa città”.