“L’Umanesimo integrale nel lavoro: dialogo su Laburismo cristiano”. È stato il tema del Consiglio generale della Cisl che si è riunito questa mattina al Parco del Seminario, a Potenza, in sessione di studio. Un appuntamento che ha aperto ufficialmente il percorso congressuale della Cisl con una riflessione sulle radici profonde del sindacato e sul ruolo che la stessa Cisl vuole ritagliarsi per governare le grandi sfide del futuro. Lo spunto è stato offerto da una recente raccolta di scritti sul Laburismo cristiano pubblicata dalla casa editrice Edizioni Lavoro. Si sono confrontati, moderati dalla responsabile del centro studi Luana Franchini, il segretario generale della Cisl Basilicata Vincenzo Cavallo (che ha introdotto i lavori con una sua prolusione), l’arcivescovo di Potenza, Muro Lucano e Marsico Nuovo e presidente della Conferenza episcopale di Basilicata Mons. Davide Carbonaro e il rettore dell’Università Giustino Fortunato Giuseppe Acocella.
Nel corso del suo intervento Mons. Carbonaro ha sottolineato che «le radici antropologiche del laburismo cristiano vanno cercate nella parola di Dio e nel magistero della Chiesa, evidenziando anche quella che è la visione cristiana del lavoro, non concepita come una dannazione, bensì come creazione che si ispira a Dio. Il presidente della Conferenza episcopale ha anche messo in guardia dai rischi di una deriva tecnologica accelerata dall’intelligenza artificiale: «Il progresso tecnologico vuole spezzare l’alternanza biblica tra lavoro e riposo, ma così la persona finisce per perdere le sue relazioni». E richiamando il senso del Giubileo della speranza voluto da Papa Francesco ha invitato tutti a mettersi in cammino per lasciare qualcosa a chi viene dopo di noi.
Ad Acocella il compito di incardinare il laburismo cristiano nel fervente dibattito che animò l’assemblea costituente, dibattito che affiora anche nel celebrato art. 1. Aver fondato la Repubblica sul lavoro e non sulla classe dei lavoratori significava trattare il lavoratore non come un mero fattore economico o come espressione impersonale di una classe sociale, come voleva il marxismo, ma come persona e protagonista della società del lavoro. Una scelta, ha evidenziato Acocella, in linea con i valori fondativi della Cisl, in prima istanza l’autonomia da ogni tipo di potere, e poi la centralità della contrattazione come espressione di responsabilità dei lavoratori per mezzo dei propri rappresentanti.
Scelte di valore che ancora oggi impregnano e distinguono la proposta politico-sindacale della Cisl. “Ci deve essere spazio per mettere la persona al centro del mondo del lavoro perché per noi l’iscritto non è un numero ma una persona che deve essere il centro della soluzione dei problemi”, ha detto il segretario della Cisl lucana Vincenzo Cavallo, evidenziando come la stessa proposta di legge, attualmente in discussione in Parlamento, sulla partecipazione dei lavoratori alla vita delle imprese mette al centro la persona e la contrattazione e può aprire il varco ad una più matura democrazia economica.