Si è tenuto questa mattina a Metaponto la prima riunione dell’anno del consiglio generale della Femca Cisl Basilicata alla presenza della segretaria generale nazionale Nora Garofalo. Occhi puntati sulla rete dei servizi della Cisl come parte integrante delle tutela offerta dal sindacato. «La Femca non è solo un sindacato impegnato nella rappresentanza e tutela del lavoro, ma è anche un punto di riferimento essenziale per una vasta gamma di servizi destinati a migliorare la qualità della vita dei nostri iscritti e delle nostre iscritte», ha detto nella sua relazione introduttiva il segretario generale Francesco Carella aggiungendo che «il mondo dei servizi Cisl è parte di noi e noi siamo parte dei servizi Cisl, che costituiscono una componente fondamentale della nostra azione sindacale e un valore aggiunto nelle nostre attività di proselitismo». Carella ha anche espresso preoccupazione per la scelta della Zes unica che a suo avviso comporta dei rischi per la Basilicata in termini di mancate opportunità di crescita e occupazione.
Della Basilicata come di un «un territorio che può avere una vocazione industriale importante», ha parlato Nora Garofalo che ha pure sottolineato come «la presenza del petrolio si debba inserire in un panorama che è quello della transizione energetica, un processo che però deve essere accompagnato per fare in modo che il territorio non sia depauperato delle sue ricchezze e opportunità». La sfida è dunque fare in modo che la transizione energetica sia socialmente sostenibile e rispettosa delle condizioni di lavoro e della dignità delle persone: questo il messaggio che la Femca ha voluto lanciare da Metaponto per un anno che si annuncia particolarmente impegnativo.
Messaggio sposato a pieno dal segretario generale della Cisl Basilicata Vincenzo Cavallo: «La transizione giusta è una priorità per fare in modo che i cambiamenti che stanno intervenendo a livello globale, penso ad esempio all’impatto dell’intelligenza artificiale, siano il più possibile inclusivi. Va in questa direzione la nostra proposta di democrazia economica, ora in discussione in Parlamento che nasce dall’idea che solo avendo potere decisionali nella governance delle imprese si può davvero difendere il lavoro e alzare i salari nel nostro paese».