Per dare continuità ed aggiornare il percorso individuato dal primo congresso regionale (1 giugno 2018), caratterizzato dalla parola d’ordine “Una nuova geografia dei valori”, la Uil di Basilicata sabato 11 gennaio a Potenza alle ore 9,30 nella sala congressi Park Hotel terrà il consiglio regionale. Un appuntamento particolarmente significativo – alla presenza del segretario generale nazionale Carmelo Barbagallo – e aperto anche ai non componenti dell’organismo dirigente sindacale nel quale il segretario generale regionale della Uil di Basilicata lascia l’incarico della guida della Uil e si elegge il nuovo segretario.
Il rinnovamento dei gruppi dirigenti della Uil lucana coincide con il 70° anniversario della fondazione della Uil che come slogan “70 anni di storia- 70 anni di futuro”.
Il lavoro di questi anni ha visto un impegno sinergico gruppi dirigenti-iscritti, con entusiasmo e passione, nella cura di una organizzazione sindacale nuova, più agile, più moderna, più grande e, soprattutto, più aperta. Un lavoro di squadra che ha contribuito, grazie anche alla preziosa attività del Centro Studi Sciali e del Lavoro, come delle federazioni di categoria, a fare della Uil di Basilicata un’organizzazione essenziale e imprescindibile per dare vita e prospettiva ad un credibile progetto di cambiamento della Basilicata.
Una nuova UIL “in ottima salute” con 33 mila iscritti, una presenza radicata sui territori ed una rete di servizi ai cittadini, che è diventata nel corso degli anni sempre più centrale nelle prospettive di futuro della Regione e dei ceti, per primi quelli popolari, che sono inquieti e inappagati.
Al centro della discussione il rinnovamento del segretario regionale e dei gruppi dirigenti in modo da avviare una nuova fase che sia anche di cambio generazionale nel gruppo dirigente perchè non basta adeguare strategia ed iniziativa se non si rinnovano i gruppi dirigenti.
La UIL ha dinanzi a sé un cammino definitore “ritorno al futuro”, una coraggiosa riattualizzazione delle sue radici, un ripartire dai suoi caratteri fondanti che, anche nelle stagioni di esaltazione ideologica dell’operaismo, l’ha portato a proporsi non solo come organizzazione dei lavoratori, ma precipuamente come “sindacato dei cittadini”.