Parte nel segno dell’operatività l’attivazione dei poli sociali in due aree delicate in materia di presenza di lavoratori stranieri e di contrasto al caporalato. Nel Centro per l’Agricoltura di Lavello (il punto individuato nell’area del Vulture Alto Bradano), si è svolto un incontro-confronto promosso da Arlab, Alsia, Regione Basilicata e Filef, la società cooperativa sociale che dallo scorso 20 giugno ha avviato la gestione dei due poli sociali nell’ambito dell’azione di coprogettazione realizzata con il progetto Su.Pr.Eme. Italia, finanziato dai Fondi Amif – Emergency Funds della Commissione Europea, che mira a realizzare un piano straordinario integrato di interventi per sostenere il sistema delle autorità regionali e locali. L’altra area individuata per l’attivazione del polo sociale è Policoro, presso il Cpi, per coprire il territorio del Metapontino.
Presente all’incontro anche il sindaco di Lavello Sabino Altobello, che ha ricordato come oggi sia fondamentale che «i lavori in agricoltura vadano sempre più declinati con i concetti di accoglienza e integrazione. Lavello è un comune storicamente pronto a confrontarsi con queste tematiche».
Le attività dei due poli sociali sono fondamentali nel contrasto al caporalato, perchè sono veri e propri punti di riferimento e di accompagnamento per i migranti a rischio di sfruttamento lavorativo in agricoltura e marginalità sociale
Tale attivazione è di competenza di Arlab (l’Agenzia regionale per il lavoro e l’apprendimento), nel rispetto della convenzione con la Regione Basilicata.
L’incontro interlocutorio con le aziende del comprensorio di Lavello è servito per promuovere l’avviso pubblico finalizzato alla formazione di un elenco di aziende, società e imprese disponibili ad ospitare tirocini extracurriculari per immigrati regolarmente presenti sul territorio, fino ad un massimo di 60 lavoratori. L’avviso, che rientra anch’esso nell’ambito del progetto Su.Pr.Eme. Italia, prevede percorsi di tirocinio per lavoratori stranieri, promossi da ARLAB e ospitati da aziende agricole individuate da ALSIA.
«Rappresento il Consorzio Nova, soggetto facilitatore tra il Ministero del Lavoro e le Regioni coinvolte in Su.Pr.Eme. Italia – ha spiegato Giovanni Casaletto, regional project manager -; l’obiettivo di questa sperimentazione è provare ad affermare un modello nuovo per cominciare ad incrociare, in un lavoro sinergico tra pubblico e privato, i diritti dei lavoratori e i fabbisogni delle aziende. Questo incontro è una straordinaria occasione per assorbire le esigenze delle imprese. L’aver insediato in questo centro anche il polo sociale ci deve consentire di far sì che, anche oltre il progetto, determinate esperienze possano continuare». «È facilissimo aderire – ha spiegato Maria Rosaria Sabia, dirigente Arlab, in riferimento all’avviso – non solo perché basta compilare un modulo, ma anche perchè qualora non si verifichi un incrocio ottimale con la persona che viene contattata, per l’azienda non c’è nessun tipo di obbligo».
«Lo spirito che ci vede coinvolti in questo progetto – ha spiegato il direttore dell’Alsia Aniello Crescenzi – è la considerazione di creare un modello di addestramento sulla base delle esigenze delle imprese agricole. Dobbiamo acquisire prima le esigenze, diversificate, delle imprese rispetto al reclutamento della manodopera e, dall’altro lato, formare e indirizzare chi il lavoro lo cerca. Stiamo sperimentando un modello che incroci le esigenze delle imprese e dei lavoratori».
«L’importanza dei poli sociali integrati – ha detto Antonio San Francesco, legale rappresentante della Filef – risiede, sì, nella possibilità di offrire servizi personalizzati ai lavoratori migranti, ma all’interno di questi luoghi si elaborano anche strategie e modalità per far emergere il fenomeno del caporalato. Le fasi nelle quali sono strutturate le attività dei poli sociali sono tante e complementari: vi è un servizio legale, di orientamento al lavoro, alla formazione, attività laboratoriali, in un rapporto costante tra domanda e offerta. È importante la sinergia tra gli attori sociali del territorio e per questo il polo sociale si apre al territorio».
Attualmente nei poli sociali è attivo un servizio di helpdesk per tre giorni a settimana (lunedi, mercoledi e venerdi dalle 9.00 alle 13.00) oltre all’attivazione di un’unità mobile (il martedi e il giovedi dalle 15.00 alle 19.00), in cui saranno offerti servizi nelle aree dove esistono insediamenti informali.